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Giornata dell’udito: cuffie e musica troppo alta mettono tutti a rischio, giovani e anziani

4 Marzo 2017 by serafini0
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Il 3 marzo si è celebrata la giornata dedicata all’udito, una ricorrenza nazionale che si svolge in contemporanea con World Hearing Day. L’obiettivo è di sensibilizzare tutti i cittadini alla prevenzione, in un’epoca in cui l’uso dei dispositivi elettronici di ultima generazione e l’esposizione a suoni di elevato volume mette tutti a rischio, anche i più piccoli. Secondo l’Oms i disturbi dell’udito hanno un costo complessivo valutabile in 750 miliardi di dollari.

Utilizzare smartphones o lettori MP3, frequentare discoteche, bar, pub o eventi sportivi può esporre a frequenze sonore così alte da danneggiare l’udito. Può accadere a chiunque, giovani o vecchi che siano. Anche in questo caso non c’è miglior cura della prevenzione. Ed è per sensibilizzare tutti i cittadini su questa tematica che il 3 marzo si è svolta la Giornata dell’udito, organizzata dall’associazione Nonno Ascoltami!, con il patrocinio del Ministero della Salute.

L’evento, moderato da Luciano Onder, responsabile TG5 Salute, si svolge in occasione del World Hearing Day, indetto dall’Organizzazione mondiale della sanità, rappresentato per l’occasione da Shelly Chadha, direttore del dipartimento prevenzione dell’Oms. Organizzati diversi momenti di discussione e confronto tra i referenti scientifici presenti, tra questi il “Focus sui problemi di udito”, a cura del costituito comitato scientifico, per approfondire le tematiche legate all’epidemiologia dell’ipoacusia in Italia. Poi, spazio anche la campagna di prevenzione “L’udito è uno strumento prezioso”, realizzata in collaborazione con il Comitato Nazionale Italiano Musica – Cidim e basata sui problemi dell’udito e sugli stili di vita che possono concorrere all’insorgenza dell’ipoacusia nei più giovani.

Le stime dell’Oms
La perdita dell’udito non curata, secondo le stime 2016 dell’Oms, ha un costo globale di 750 miliardi di dollari. Soprattutto ogni anno i costi per i sistemi sanitari, oltre a quelli per i dispositivi acustici, vanno dai 67 ai 107 miliardi di dollari. Mentre la perdita di produttività, a causa della disoccupazione e dal pensionamento anticipato arriva a 105 mld di dollari. I costi sociali derivanti dalla situazione di isolamento di quanti sono colpiti da sordità a causa delle difficoltà di comunicazione e dallo stigma arrivano a 573 miliardi. Mentre quelli per l’assistenza scolastica ai bambini con perdita di udito, di età compresa tra i 5 e i 14 anni, sono stimati in 3,9 miliardi di dollari.

L’Oms raccomanda quindi di investire risorse adeguate per azioni di prevenzione e di cura e inserire nei programmi sanitari azioni di cura per l’integrità dell’udito e dell’orecchio, la formazione professionale, implementare programmi di prevenzione e aumentare la consapevolezza del problema  tra tutti i settori della società.

Infine l’Oms ricorda che sono efficaci tutte le azioni contro i rumori forti e quelle per la diagnosi, il trattamento dell’otite media; le azioni di screening nei neonati, nei bambini in età scolare e negli adulti sopra i 50 anni. Ed anche fornire trattamenti riabilitativi, supporti per l’uso continuo di apparecchi acustici e  migliorare l’accesso agli impianti cocleari.


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