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In Europa il batterio meningococco B (MenB) causa circa l’85 per cento dei casi di meningite tra i bambini piccoli. La maggior parte supererà l’infezione senza effetti seri. Ma più di 1 bambino su 10 soffrirà della perdita di un arto o di disabilità neurologica. Più di 1 su 3 presenterà altre problematiche cognitive, fisiche e psicologiche.

Un chicco di caffè. Una forma familiare, che evoca fragranza e conforto. Ma chi ”possiede” questa forma è il batterio della Neisseria meningitidis, più conosciuta come meningite. Un chicco di caffè che normalmente è presente nelle cavità del naso e della faringe di una persona su dieci, senza dare fastidio. Poi, invece, alcune persone, non si sa ancora perché, passano dalla condizione di portatore a quella di malato. In Toscana nel 2015 sono stati 38 i casi. Quest’anno, 31 (a ottobre 2016). 12 i morti complessivi. “La malattia meningococcica – spiegano gli esperti – è una patologia improvvisa potenzialmente mortale. Si stima che più di uno su dieci tra chi ne è colpito possa morire. In 24 ore”. Se ne è parlato a Siena, presso il centro ricerche di GSK.

In Europa il batterio meningococco B (MenB) causa circa l’85 per cento dei casi di meningite tra i bambini piccoli. La maggior parte supererà l’infezione senza effetti seri. Ma più di 1 bambino su 10 soffrirà della perdita di un arto o di disabilità neurologica. Più di 1 su 3 presenterà altre problematiche cognitive, fisiche e psicologiche. Anche se può sembrare poco elegante monetizzare il dramma delle persone, in base a stime del Regno Unito, il costo del trattamento a vita per un bambino con conseguenze severe da meningite batterica ammonta a 2,24 milioni di euro.

Le armi contro la malattia: vaccinazione e diagnosi corretta.

Gli episodi di infezione invasiva meningococcica verificatisi in Toscana nel 2015, ma anche in altre Regioni, non rappresentano un evento inatteso o anomalo e non configurano una particolare situazione di emergenza, se affrontati in modo corretto come è stato fatto finora. E sono due gli strumenti principali che abbiamo a disposizione per difenderci: la vaccinazione ed una corretta diagnosi della malattia. “La vaccinazione è l’unico strumento per prevenire la meningite da meningococco. Il batterio  è infatti presente nella gola del 10 per cento circa delle persone senza dare alcun segno: solo in alcuni, e per motivi ignoti provoca la malattia – spiega Pier Luigi Lopalco, ordinario di Igiene e Medicina preventiva all’Università di Pisa – Con il vaccino quindi non solo proteggiamo il singolo, ma riduciamo il numero di quei “fantasmini” (veri e propri portatori dell’infezione ignari della loro condizione) presenti tra noi che senza saperlo trasmettono una malattia che può avere un’evoluzione drammatica in poche ore. Con la vaccinazione per la meningite meningococcica otteniamo anche quell’immunità di gregge che rappresenta un fattore chiave in termini di sanità pubblica per limitare la circolazione del batterio e ridurre i casi di malattie”.

“Noi lavoriamo nei vaccini perché crediamo nella scienza e nella possibilità di fornire un contributo sostanziale al miglioramento della salute pubblica – aggiunge Daniele Finocchiaro, Presidente e amministratore delegato di GSK Italia -. Per questo abbiamo continuato ad investire nel settore quando molti si allontanavano, attirati da diverse sirene di scienza ed economia e per lo stesso motivo abbiamo riconosciuto subito, preservato e stiamo investendo in questa perla italiana, ora centro mondiale di eccellenza GSK per la ricerca sulle infezioni batteriche e per la produzione di numerosi vaccini. Ogni 8 minuti una persona nel mondo muore di meningite e ogni anno con la vaccinazione in generale potremmo evitare fino a 3 milioni di morti e 750mila casi di disabilità: il nostro posto ieri, oggi e domani è perciò a fianco delle Autorità sanitarie per contribuire al mantenimento delle coperture vaccinali necessarie alla protezione delle nostre comunità”.

Vaccino contro il Meningococco B

“La sottostima dei casi di malattia causata dal meningococco è purtroppo un fenomeno noto e dovuto a diversi fattori – prosegue Chiara Azzari, Responsabile del Centro di Immunologia pediatrica dell’Ospedale Meyer di Firenze -. In questo senso l’applicazione standardizzata di una  più adeguata metodica di diagnosi ci dice che le infezioni sono molte di più di quelle che si pensa. Utilizzando test diagnostici come la PCR-RT si può ridurre uno dei rischi di sottostima di malattia meningococcica invasiva, nel nostro Paese si stima di circa 3 volte, inoltre il test fornisce un responso diagnostico molto rapido. Per poter disegnare delle corrette strategie vaccinali è infatti molto importante giungere ad una valutazione corretta del numero di casi di malattia  e della loro distribuzione”.

“E’ una lotta dove ognuno deve dare il proprio contributo e sapere che da qui possiamo aiutare molte persone in tutto il mondo a proteggersi dalle principali malattie infettive è una grande fonte di motivazione per me e per tutti i colleghi della ricerca e della produzione – sottolinea Rino Rappuoli, Chief Scientist di GSK Vaccines -.  Ma soprattutto la messa a punto del vaccino per il Meningococco B, oggi registrato in oltre 35 paesi, ha rappresentato per noi un traguardo molto importante che permetterà non solo di salvare molte vite umane, ma anche di cambiare le prospettive della lotta contro la meningite nel mondo. Già raccomandato in nove  regioni italiane e utilizzato in America e in Canada per far fronte a focolai di meningite che si sono verificati in quelle zone, il vaccino GSK contro il Meningococco B dal settembre del 2015 è stato introdotto nel piano di prevenzione nazionale in UK destinandolo a tutti i nuovi nati. Proprio i dati preliminari realtivi a questo programma di immunizzazione dimostrano che il nostro vaccino contro il Meningococco B ha avuto – tra i bambini vaccinati – una effectiveness vicina all’83% contro qualsiasi ceppo di meningite B e pari al 94% contro i ceppi prevenibili con la vaccinazione”.


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Come ogni anno con l’arrivo di novembre scatta il periodo migliore per vaccinarsi per l’influenza, prima che il virus inizi a circolare.

Quest’anno, ricordano gli esperti, si rischia una stagione particolarmente dura, ed è quindi ancora più importante che le categorie considerate a rischio, a partire dagli anziani, si vaccinino.

Secondo i dati Influnet nel nostro Paese ogni anno si registrano da 5 a 8 milioni di casi di sindrome influenzale. Circa 8.000 decessi possono essere direttamente correlati con l’influenza e di questi il 90% riguarda soggetti di età superiore ai 65 anni. «Oltre agli anziani deve vaccinarsi chi ha qualche patologia che indebolisce il sistema immunitario, come il diabete o le malattie cardiovascolari, le stesse categorie che dovrebbero proteggersi dalla polmonite – sottolinea Michele Conversano, presidente di Happy Ageing -.

Per gli anziani è dimostrato che i maggiori benefici ci sono con il vaccino antinfluenzale adiuvato, al quale è aggiunta una proteina che fa riconoscere meglio l’antigene dal sistema immunitario. Buoni risultati si hanno anche con l’intradermico, più recente e con meno studi a supporto».

ANSA


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Troppi energy drink in un lasso di tempo ristretto possono mettere ko il fegato.

Lo affermano gli esperti dell’università della Florida, che hanno descritto su Bmj Case Reports il caso di un uomo ricoverato con epatite acuta dopo averne consumati 4-5 al giorno per tre settimane.

Il paziente, un muratore di cinquant’anni, ha sviluppato anoressia e dolori addominali che sono sfociati in nausea e vomito, attribuiti erroneamente ad una influenza, ed è andato in ospedale solo quando ha sviluppato un’itterizia diffusa. Una biopsia del fegato ha confermato un’epatite acuta, che secondo i medici era dovuta all’eccesso di niacina, o vitamina B3, il cui consumo giornaliero era di circa 200 milligrammi.

Ogni lattina, sottolineano gli autori, contiene 40 grammi di niacina, ovvero il doppio della dose giornaliera raccomandata. Circa il 50% dei cedimenti del fegato negli Usa sono dovuti a supplementi alla dieta, spesso in preparati “naturali”. «Con il mercato degli energy drink in continua espansione – scrivono gli autori nelle conclusioni – i consumatori dovrebbero essere coscienti dei potenziali rischi dei singoli ingredienti. Vitamine e altri nutrienti, come la niacina, sono presenti in quantità che eccedono le dosi raccomandate quotidiane, portando a rischi di accumulazione e tossicità».

ANSA


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Ogni mese, nella nostra farmacia, è disponibile gratuitamente la rivista OPTIMA SALUTE. Un mensile pensato specificatamente per gli utenti della farmacia, dove è possibile trovare articoli che riguardano la salute, la bellezza, il mangiare ed il viver sano.

Ci sono approfondimenti per tutta la famiglia: si parla di medicina e salute, ma anche di bellezza, alimentazione, sport, bambini e piccoli animali, notizie utili per le patologie e problemi stagionali (come le allergie in primavera o le malattie da raffreddamento nei mesi invernali), suggerimenti per la prevenzione e curiosità.


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Inizia il ciclo di incontri su salute e sport, organizzato dalla Farmacia Serafini e dall’associazione New Volley Fucecchio, intitolato Salute in movimento.

Questa volta parliamo di corretta alimentazione e corretti stili di vita.

Insieme a professionisti della salute, in modo semplice ed interattivo, scopriremo che non è poi così difficile stare bene…

Se tieni alla tua salute, non mancare!!!


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Le bibite gassate, anche quelle “dietetiche”, aumentano il rischio di diabete, oltre che di una malattia autoimmune tipica degli adulti.

Lo rileva una ricerca pubblicata sull’European Journal of Endocrinology, secondo cui basta una lattina e mezza al giorno per raddoppiare il rischio. Lo studio del Karolinska Institute ha esaminato i dati di 2.800 persone, verificando i loro consumi di bibite gassate e lo stato di salute.

Chi beve più di due porzioni da 200 millilitri al giorno, scrivono gli autori, ha un rischio 2,4 volte maggiore di avere il diabete di tipo 2 rispetto a chi non ne beve, e aumenta anche quello di sviluppare una malattia autoimmune chiamata Lada che ha caratteristiche simili al diabete. Per chi consuma un litro di queste bevande al giorno invece il rischio è maggiore di dieci volte.

«I dolcificanti artificiali nelle bevande “diet” potrebbero stimolare un appetito “distorto”, con un aumento dell’assunzione di cibo. Potrebbero anche influire sulla flora batterica intestinale, portando ad una intolleranza al glucosio». I ricercatori proseguiranno lo studio con i dati di otto diversi paesi, per verificare se l’effetto rimane. «Stiamo anche studiando come contrastare questo effetto» spiega l’autrice principale, Josefin Edwall Lofvenborg «per esempio con l’assunzione di omega 3».

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La felicità e avere un atteggiamento positivo aiutano a difenderci dal cancro

«La felicità e avere un atteggiamento positivo aiutano a difenderci dal cancro. L’esperienza clinica avuta in 40 anni di carriera e attraverso migliaia di pazienti mi porta a non avere dubbi. Per questo inizio ogni giornata con dieci minuti di meditazione».

L’invito a non sottovalutare il ruolo negativo svolto da tristezza, stress e ansia per la salute, arriva da David Khayat, capo del Dipartimento di Oncologia medica dell’ospedale Pitié-Salpêtrière a Parigi e già presidente dell’Institute National du Cancer, intervenuto al Salone internazionale dell’Alimentazione in corso a Parigi (Sial).

Nella prevenzione dei tumori, sottolinea, «conta certamente l’alimentazione, l’esercizio fisico e l’eliminazione delle sigarette». Ma anche altri fattori. «E’ dimostrato anche che avere una buona attività sessuale riduce il cancro alla prostata, perché nello sperma sono contenute sostanze potenzialmente cancerogene. Fa male invece riposare oltre le 9 ore al giorno perché riduce l’attività motoria». Chi russa ha un rischio più alto di ammalarsi di tumore «perché in genere pesa di più e dorme peggio», e un rischio maggiore lo ha anche chi tende a farsi sopraffare da emozioni negative. «E’ difficile dimostrarlo attraverso studi scientifici, ma tra tutti i fattori anticancro la felicità è il primo, perché le endorfine prodotte dalle emozioni positive hanno effetto protettivo». Di fatto, sottolinea, è «impossibile diventare felici con la bacchetta magica, ma evitare che i problemi prendano un peso eccessivo nella nostra vita è anche questione di allenamento mentale».

ANSA


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Lunedì 19 settembre sarà presente in farmacia la consulente dermocosmetica che effettuerà, su appuntamento, un’approfondita analisi gratuita della pelle, con l’esclusiva tecnologia Dermascan.

Lo scanner professionale Imedeen permette di analizzare in profondità la tua pelle, fino allo strato più profondo: il derma.

L’ecografia mostra chiaramente lo stato di benessere della tua pelle: i punti di forza e i punti critici sono spiegati dalla consulente dermocosmetica IMEDEEN e dalla nostra Responsabile di Reparto, la dott.ssa Valentina, esperte di bellezza.

Il risultato dell’ecografia ti sarà inviato tramite e-mail per permetterti di monitorare i risultati del tuo percorso di bellezza Imedeen nel tempo.

Prenota il tuo appuntamento in farmacia e ferma i segni del tempo.


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Sapevi che oggi la nostra bellezza si cura anche dall’interno?

Per avere una pelle luminosa e giovane non sempre è sufficiente una buona crema viso, ma spesso è molto più importante ciò di cui ci nutriamo: è necessario un giusto apporto di quelle sostanze che aiutano la nostra pelle ad essere più sana e quindi ad avere un aspetto migliore.

Una dieta equilibrata è un toccasana per la pelle ma a volte non basta! Regimi ipocalorici e un disordinato stile di vita possono ridurre l’assunzione di nutrienti indispensabili al benessere della cute. Per questo esiste una grande varietà di integratori che servono a fornire proprio questi nutrienti che a fatica si assumono con la normale alimentazione. Non dimenticare mai che la pelle è un organo e come tale va nutrito e ossigenato dall’interno: collagene, vitamina E, resveratrolo, acido ialuronico e molti estratti naturali possono rivelarsi davvero efficaci per la tua bellezza!

Lo stress, l’inquinamento e l’esposizione ai raggi UV sono fattori che possono causare la produzione di radicali liberi, che possono attaccare il profondo strato dermico della pelle con un processo chiamato ossidazione, prima che i risultati si vedano in superficie. Per contrastare i segni del tempo sulla pelle, è importante iniziare ad agire là dove le tradizionali creme anti-invecchiamento e prodotti antirughe non agiscono. Oggi, a conclusione di importanti ricerche, sono stati elaborati degli integratori che agiscono negli strati più profondi del derma, dove  ha inizio il processo di invecchiamento della pelle,  aiutando a mantenere la pelle compatta e idratata e riducendo la visibilità di linee d’espressione e rughe.

È giunto il momento di agire con risolutezza per fermare il tempo che passa! Esistono tanti integratori antirughe in commercio: chiedici un consiglio


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