Please wait...

smettere-di-fumare.jpg

La parola d’ordine è smettere di fumare

L’Italia rischia di detenere un triste primato, ovvero quello del più alto indice di malattie cardiovascolari che rappresentano la principale causa di morte di tutti i decessi. Le raccomandazioni più frequenti riguardano un’attenzione particolare da porre al regime alimentare e allo stile di vita, che deve essere improntato ad una maggiore attività fisica e all’eliminazione di pratiche poco salutari come l’alcol e il fumo. E proprio il fumo di sigaretta è tra le cause principali dell’insorgenza di malattie cardiovascolari, ma in Italia i fumatori rappresentano ancora il 23% della popolazione.

A puntare i riflettori sul tema l’incontro “Bacco, Tabacco ed Eros: un cocktail letale o un elisir di lunga vita?” organizzato nella Capitale nell’ambito della XV edizione di Romacuore, manifestazione dedicata ai progressi della medicina cardiologica.

“Roma Cuore rappresenta un importantissimo momento di confronto e discussione sul mondo della cardiologia – ha spiegato Giuseppe Germanò, Responsabile del Servizio Speciale di Semeiotica Medica V/Fisiopatologia del Ricambio Lipidico presso il Dipartimento di Scienze Cardiovascolari, Respiratorie, Geriatriche e Nefrologiche dell’Università La Sapienza di Roma –  soprattutto in virtù del fatto che proprio le malattie cardiovascolari rappresentano ancora oggi la principale causa di morte nel nostro Paese, essendo responsabili del 44% di tutti i decessi. Uno stile di vita sano, attività sportiva costante e buona alimentazione possono aiutare il nostro organismo a ridurre il rischio di fare ammalare il nostro cuore così come eliminare i brutti vizi, come il consumo eccessivo di alcool e il fumo”.

Per attività fisica non bisogna necessariamente immaginare pesanti e prolungati sforzi atletici, specie se non si è abituati a sostenerli, ricordano gli esperti. Una camminata veloce, ad esempio, aiuta a rinforzare il miocardio.

Nemico del cuore resta il fumo, come spiega Johan Rossi Mason, autrice del libro “Senti chi fuma: la spinta gentile alla cessazione”. “Il fumo è senza dubbio una delle principali cause dell’insorgenza di malattie cardiovascolari – ha affermato – tuttavia, nonostante i danni di questa cattiva abitudine siano chiari ai più, il numero di fumatori in Italia è costante e pari a circa il 23% della popolazione. Sul territorio italiano sono dislocati 366 centri antifumo a cui si rivolgono 16 mila fumatori ogni anno con un tasso di successo del 45%. Calcolatrice alla mano smettono grazie a questo aiuto circa 8mila persone, mentre rimangono legati alle sigarette più di 12 milioni. Tutti gli altri provano con il ‘fai da te’ spesso ricadendo nella dipendenza. Nel libro per la prima volta abbiamo affrontato il tema della cessazione ascoltando i diretti interessati: i fumatori. E ipotizzando che le attuali proposte non siano ‘ricevibili dai fumatori troppo spesso abbandonati a loro stessi con un problema che vivono come ambivalente, divisi come sono tra il piacere e la soddisfazione immediata e i rischi per la salute”.

Fermo restando che la scelta migliore è quella di smettere di fumare, tuttavia tra gli esperti si fa largo un approccio più pragmatico al problema. “È chiaro che come medico sostengo fortemente che la scelta d’elezione della classe medica debba essere la cessazione – ha concluso Germanò – ma dobbiamo adottare un approccio pragmatico sul fumo, offrendo a quei fumatori adulti che altrimenti continuerebbero a fumare delle soluzioni alternative che, eliminando la combustione e quindi la gran parte dei composti nocivi delle sigarette, hanno il potenziale di ridurre il rischio di contrarre malattie fumo correlate”.


anziani_felici.jpg

Miglioramenti delle condizioni di vita, progressi della medicina, ma anche maggior consapevolezza dell’importanza della prevenzione. Negli ultimi 40 anni gli italiani hanno guadagnato quasi 10 anni di vita. Se nel 1978, anno di nascita del Servizio Sanitario Nazionale, l’aspettativa di vita media era di 73,3 anni, oggi vivono in media 83,3 anni, anche se con forti differenze regionali.

E’ la stima del 13/mo Rapporto Meridiano Sanità, elaborato da The European House Ambrosetti e presentato a Roma, da cui emerge che lo stato di salute degli italiani è il migliore in Europa. Dal 1978 ad oggi la riduzione del tasso di natalità, crollato a 7,6 nuovi nati per 1.000 abitanti, e la riduzione della mortalità precoce hanno portato la popolazione italiana ad essere la più anziana in Europa: gli over 65 sono il 22,4% della popolazione contro una media europea del 20%.

Dall’analisi di Meridiano Sanità, che utilizza 20 indicatori di performance (come aspettativa di vita, patologie croniche, fattori di rischio, mortalità infantile), emerge che l’Italia ha un indice dello Stato di salute pari 6,8, il più alto tra i principali Paesi dell’Europa a 15 (Spagna 6,5; Francia 6,3; Svezia 6,2). Il punteggio migliore è quello delle Province Autonome di Bolzano e Trento (con 9,4 e 9), quello peggiore e’ registrato in Campania (2,7).

«Per continuare a garantire queste performance anche per gli anni futuri e superare le difformità regionali – commenta Valerio De Molli, amministratore delegato di The European House Ambrosetti – e’ necessario investire su innovazione e prevenzione».


influenza-2018-1.png

E’ stata pubblicata la circolare del ministero della Salute avente ad oggetto “Prevenzione e controllo dell’influenza: raccomandazioni per la stagione 2018-2019”, che tende a diffondere nella popolazione l’importanza di semplici gesti come il lavaggio delle mani e una corretta igiene respiratoria, che sono fortemente raccomandati quali importanti misure di prevenzione per limitare la diffusione del virus influenzale.

Infatti, oltre alle misure basate sui presidi farmaceutici, vaccinazioni e antivirali, si raccomanda le seguenti misure di protezione personali (misure non farmacologiche) utili per ridurre la trasmissione del virus dell’influenza:

Lavare regolarmente le mani e asciugarle correttamente. Le mani devono essere lavate accuratamente con acqua e sapone, per almeno 40-60 secondi ogni volta, specialmente dopo aver tossito o starnutito e asciugate. I disinfettanti per le mani a base alcolica riducono la quantità di virus influenzale dalle mani contaminate e possono rappresentare una valida alternativa in assenza di acqua.

Buona igiene respiratoria: coprire bocca e naso quando si starnutisce o tossisce, con fazzoletti monouso da smaltire correttamente e lavarsi le mani.

Isolamento volontario a casa delle persone con malattie respiratorie febbrili specie in fase iniziale.

Evitare il contatto stretto con persone ammalate, ad es. mantenendo una distanza di almeno un metro da chi presenta sintomi dell’influenza ed evitare posti affollati. Quando non è possibile mantenere la distanza, ridurre il tempo di contatto stretto con persone malate.

Evitare di toccarsi occhi, naso o bocca. I virus possono diffondersi quando una persona tocca qualsiasi superficie contaminata da virus e poi si tocca occhi, naso o bocca.

Il ministero ricorda anche che il vaccino antinfluenzale è raccomandato per tutti i soggetti a partire dai 6 mesi di età che non hanno controindicazioni al vaccino. Nei bambini di età inferiore ai 6 mesi, il vaccino antinfluenzale non è sufficientemente immunogenico e pertanto non conferisce una protezione sufficiente.


influenza-2018.jpg

L’influenza stagionale sta per entrare nel vivo, ed anche se il picco dei casi è previsto a dicembre, sono già 125mila gli italiani colpiti dal virus. In vista del prevedibile aumento dei casi nelle prossime settimane, gli infettivologi mettono dunque in guardia rispetto al ‘come’ curarsi: l’uso di antibiotici, avvertono, è consigliato solo in caso di complicanze, mentre il vaccino resta il principale strumento di prevenzione.

“In Italia – spiega Massimo Andreoni, Docente di Malattie Infettive all’Università Tor Vergata di Roma e Direttore Scientifico Simit, Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali – l’attività dei virus influenzali è ai livelli di base e quindi siamo all’inizio dell’epidemia influenzale.

In questo momento è difficile stabilire quanti saranno i casi certificati di influenza quest’anno, ma probabilmente non si discosteranno da quelli dello scorso anno che sono stati più di tre milioni”. L’arrivo dell’influenza coincide però sempre con un aumento spropositato dell’uso degli antibiotici: “Va ricordato – rileva Andreoni – che l’influenza è una malattia virale e pertanto gli antibiotici, che sono attivi contro i batteri, non hanno alcuna indicazione. Quindi solo nei casi complicati e dietro indicazione medica possono essere utilizzati. In tutti gli altri casi i farmaci da utilizzare sono anti-infiammatori delle prime vie aeree e antipiretici”.

La vaccinazione, avverte l’esperto, “rimane il principale strumento di prevenzione dell’influenza “.


bilancia-pesarsi-mercoledi-quando.jpg

La bilancia è un’alleata e anche un’amica delle diete dimagranti perché aiuta ad acquisire consapevolezza rispetto a come le modifiche dello stile di vita si possano tradurre in un calo ponderale. Chi si pesa tutti i giorni, nell’arco di un anno mostra una perdita di significativa, rispetto a chi ‘ignora’ la bilancia. L’automonitoraggio funziona insomma come un farmaco.

Pesarsi tutti i giorni, aiuta a perdere lo peso. Lo rivela una ricerca che sarà presentata tra qualche giorno a Chicago in occasione del congresso dell’American Heart Association (Chicago 10-12 novmebre).

Gli autori dello studio, ricercatori dell’Università di Pittsburgh School of Nursing e dell’Università della California, San Francisco School of Medicine, hanno esaminato il rapporto con la bilancia di oltre mille adulti (78% maschi, 90% bianchi, età media 47 anni), seguendoli per 12 mesi, allo scopo di valutare se ci fossero correlazioni tra quanto spesso si controlla il proprio peso e le variazioni di peso stesse.  I partecipanti allo studio si pesavano sulla bilancia di casa, senza ricevere particolari indicazioni, interventi dietetici o incentivi relativi alla perdita di peso da parte degli sperimentatori.

Dall’analisi dei dati, i ricercatori hanno individuato diversi pattern rispetto al rapporto di questi adulti con la bilancia: gli estremi erano rappresentati da persone che si pesavano tutti giorni e da quelle che non si pesavano mai o molto raramente sulla bilancia di casa.

I soggetti che non si pesavano mai o al massimo controllavano il peso una volta a settimana, nell’arco dell’anno di follow up, non hanno mostrato una perdita di peso. Al contrario di quelli che si pesavano 6-7 volte a settimana, alla fine dell’anno di durata dello studio, hanno mostrato un calo ponderale medio dell’1,7% rispetto ai valori basali.

Gli autori concludono che monitorare costantemente il peso corporeo aiuta ad aumentare l’awareness di come le modifiche comportamentali possano  influenzare la perdita di peso. I risultati di questo studio sottolineano dunque l’importanza dell’auto-monitoraggio nel determinare delle modifiche comportamenti e nell’aumentare le probabilità di successo di una dieta finalizzata alla perdita di peso.


trucco-link-preview-1200x630.png

Venerdì 26 pomeriggio

Un’esperta estetista, oltre a truccare gratuitamente, potrà suggerire tecniche e segreti per un make-up strepitoso.

Nell’occasione, sarà riservato un particolare sconto sull’acquisto dei prodotti per il trucco delle Linee La Roche Posay, Vichy, EuPhidra (non cumulabile con altre promozioni in corso).

Prenota la tua Seduta Trucco Gratuita, rivolgendoti alla Responsabile DermoCosmetica, la dott.ssa Valentina.


Flex-robot.jpg

Il Flex Robotic consente di risalire lungo il colon retto penetrando dall’ano con una telecamera e diversi strumenti chirurgici flessibili con i quali procedere ad una resezione completa e radicale del tumore dall’interno dell’intestino ricostruendo poi l’integrità del colon con una sutura chirurgica.

E’ stato effettuato per la prima volta in Europa, presso l’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino, un rivoluzionario intervento non invasivo senza cicatrici di asportazione radicale di un tumore del retto, utilizzando un robot endoscopico inserito attraverso l’ano. Si tratta di un intervento eseguito senza nessuna cicatrice (dal professor Mario Morino), grazie alle caratteristiche del nuovissimo robot sperimentale denominato Flex Robotic, una macchina diversa dall’ormai ben conosciuto e diffuso robot Da Vinci.

Il Flex Robotic infatti consente di risalire lungo il colon retto penetrando dall’ano con una telecamera e diversi strumenti chirurgici flessibili con i quali procedere ad una resezione completa e radicale del tumore dall’interno dell’intestino ricostruendo poi l’integrità del colon con una sutura chirurgica.

La Chirurgia universitaria 1 delle Molinette, diretta da Morino, è per ora l’unico Centro al di fuori degli Stati Uniti, dove il robot è stato progettato e costruito, ad utilizzare questo rivoluzionario strumento ed è stato identificato come Centro europeo di riferimento per lo sviluppo clinico di questa tecnologia.  Il paziente di 80 anni è oggi in ottime condizioni e potrà essere già dimesso dopo soli due / tre giorni.

Con questa nuova tecnica si evita anche il rischio di ricorrere alla colostomia, ovvero alla deviazione delle feci nel cosiddetto “sacchetto “ posto sull’addome del paziente.  Questo robot apre una nuova frontiera della chirurgia mini invasiva oncologica, in quanto consente di asportare tumori del retto in maniera radicale attraverso la via naturale dell’ano. Il modello attuale consente per ora di raggiungere 20 cm dal margine anale, ma è in fase di avanzato sviluppo un prototipo che consentirà di salire fino a 50 cm permettendo in un prossimo futuro di trattare la maggior parte delle lesioni colorettali diagnosticate in fase precoce, grazie agli attuali programmi di screening.

Il Dipartimento di Chirurgia delle Molinette è da tempo leader in Italia ed in Europa per la chirurgia laparoscopica e robotica ed ora al robot Da Vinci, che rappresenta ormai una realtà clinica diffusa in diversi Centri, si è affiancato il nuovissimo e rivoluzionario robot chirurgo Flex Robotic, che consente di eseguire interventi chirurgici per via completamente endoscopica, dalla bocca o dall’ano, la cosiddetta “scarless surgery” o chirurgia senza cicatrici. Il robot sarà utilizzato anche dall’équipe Otorinolaringoiatrica universitaria, diretta da Roberto Albera, per asportare tumori della parte alta del tratto digestivo, oltre che dall’équipe del prof Morino per tumori del colon e del retto.

Il Dipartimento di Chirurgia delle Molinette è il primo in Italia ad avere a disposizione entrambe le tecnologie robotiche ed è stato identificato come Centro di Riferimento Europeo per lo sviluppo ed il training del nuovo robot. La Città della Salute di Torino sempre più nel futuro ed all’avanguardia. La Direzione aziendale (Direttore generale dottor Silvio Falco) crede molto in questa nuova Chirurgia, che potrà essere un ponte verso il futuro Parco della Salute.


ossa-forti.jpg

L’infanzia è il periodo della vita in cui lo scheletro sopporta meglio i carichi e risponde agli stress meccanici. Cominciare a fare sport a 5 anni consente di avere ossa più robuste nell’età adulta. È quanto emerge da uno studio australiano

I ragazzi che hanno praticato sport da piccoli hanno ossa più forti rispetto ai coetanei che durante l’infanzia sono stati meno attivi. L’evidenza emerge da uno studio australiano pubblicato dal Journal of Bone and Mineral Research.

“Il nostro studio fornisce un forte razionale per l’incoraggiamento precoce e persistente dello sport tra bambini e adolescenti. Questo per la prevenzione dell’osteoporosi e delle fratture legate all’età”, ha affermato l’autrice principale Joanne McVeigh.

“Le ossa rispondono ai carichi posti su di esse – spiega Johanno McVeigh, della School of Occupational Therapy, Speech Therapy and Social Work alla Curtin University di Perth, autrice principale dello studio – Esistono prove convincenti che lo scheletro in crescita abbia una migliore capacità di rispondere agli stress meccanici, ovvero ai carichi, di quanto non faccia lo scheletro adulto. Pertanto, fare sport in questi periodi critici di sviluppo consente di avere una maggiore massa ossea nella vita”.

Lo studio

McVeigh e colleghi hanno studiato 984 bambini nati negli ospedali di Perth tra il maggio 1989 e il novembre 1991. Le informazioni sull’attività sportiva, a partire dai 5 anni, sono state fornite dai genitori. La densità ossea è stata misurata con assorbimetria a raggi X a doppia energia su tutto il corpo (scansione Dexa o Dxa) quando i partecipanti avevano 20 anni. I ricercatori hanno anche effettuato numerose altre misurazioni, tra cui altezza, peso e livelli di vitamina D nel sangue, e hanno chiesto ai ventenni informazioni sullo stile di vita, compreso il consumo di alcolici e il fumo.

I risultati

Dopo la correzione per questi e altri fattori, i ricercatori hanno rilevato che l’attività sportiva ha giocato un ruolo significativo nella densità ossea a 20 anni sia per le donne che per gli uomini.

Per questi ultimi, la densità ossea di tutto il corpo era maggiore tra coloro che avevano praticato sport in modo consistente sin da piccoli, mentre la densità ossea delle gambe era maggiore anche quando i ragazzi avevano iniziato a fare sport solo negli anni dell’adolescenza. Per le donne, solo chi ha praticato regolarmente sport fin dall’infanzia ha ottenuto una densità ossea migliore a 20 anni.

Fonte: J Bone Min Res 2018

Linda Carroll


logo footer

Via G. Nelli, 23 (angolo Piazza Montanelli)
50054 Fucecchio (FI)

Mail: info@farmaciaserafini.net

Tel: 0571 – 20027 (2 linee r.a.)
Fax: 0571 – 20027 (2 linee r.a.)

P.Iva 05439190488

Carte accettate

carte

Il Nostro Progetto

Logo Ivita Italia

Copyright farmacia Serafini 2016. Tutti i diritti riservati.