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Andare a lavoro a piedi o bicicletta può aiutare a prevenire il mal di schiena della zona lombare. Il fumo e l’obesità invece, sono un fattore di rischio.

A dimostrare l’importanza degli stili di vita nei confronti di uno dei dolori più diffusi nella popolazione è uno studio pubblicato sulla rivista Arthritis Care & Research.

I ricercatori dell’Istituto finlandese per la salute sul lavoro hanno utilizzato i dati l’Indagine sulla salute 2000 relativa a 7.977 adulti di età pari o superiore a 30 anni e che ne raccolto informazioni su salute, lavoro e stile di vita tramite questionari, interviste domiciliari ed esami clinici.

Dopo 11 anni hanno confrontato il follow up di 3.505 dei partecipanti iniziali tramite i risultati dell’Indagine sulla salute 2011, ponendo nello specifico domande riguardanti il dolore lombare. Ne è emerso che episodi di lombalgia per più di 30 giorni negli ultimi 12 mesi erano più importanti nelle donne che negli uomini.

L’obesità addominale, il fumo di sigaretta e il lavoro fisico faticoso aumentavano il rischio di soffrirne, mentre camminare o andare a lavoro in bicicletta erano associate a una minore probabilità di essere colpiti.

ANSA


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Una regolare attività fisica, come camminare o nuotare, potrebbe contribuire a ridurre il rischio di soffrire di mal di schiena cronico del 16%.

Per indagare su rapporto tra lombalgia cronica e attività fisica, Shiri e il collega Kobra Falah-Hassani hanno analizzato 36 studi che prendevano in considerazione, complessivamente, 160mila persone che non soffrivano di lombalgia cronica all’inizio dello studio. In particolare, i due ricercatori hanno preso in esame qualsiasi sforzo fisico non correlabile al lavoro, incluso camminare e fare le scale, oltre a sport o altre forme di esercizio fisico. Le persone erano considerate “attive” se facevano queste attività almeno una o due volte a settimana, per almeno 30-60 minuti.

Shiri e Falah-Hassani hanno così scoperto che i pazienti moderatamente o intensamente attivi avevano una riduzione, rispettivamente del 14 e del 16%, del rischio di soffrire di mal di schiena cronico, rispetto alla categoria di pazienti meno attiva. L’esercizio fisico, invece, non avrebbe effetto sul dolore acuto o occasionale. E’ stato definito cronico il dolore che era durato più di 30 giorni nei 12 mesi precedenti lo studio.

I commenti
Secondo gli stessi autori, i limiti di questo studio risiederebbero nel fatto che alcune ricerche prese in considerazione non avrebbero tenuto conto dei fattori che possono aver influenzato i risultati, come l’esercizio fisico legato all’attività lavorativa, la depressione o la dipendenza dal fumo, che normalmente rendono inattive le persone. Inoltre sarebbero stati considerati pochi anziani, e questo non permette di affermare che l’esercizio fisico è d’aiuto a qualsiasi età. Le persone anziane, infatti, hanno una maggiore probabilità di essere inattive a causa del mal di schiena, come sottolineato dagli stessi autori. “Le persone stanno diventando sempre più consapevoli della necessità di fare attività fisica” dice Joel Press, fisiatra presso l’Hospital for Special Surgery di New York, che consiglia sempre a chi soffre di mal di schiena di fare una leggera attività fisica, come camminare. “Anche il nuoto è un’attività a basso impatto sulla schiena”, aggiunge l’esperto, mentre potrebbe essere meglio evitare di iniziare con gli sport che richiedono torsioni, come il golf, il baseball e il tennis.

Fonte: British Medical Journal of Sports Medicine


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