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Si intitola “Indicazioni relative ai rischi di acquisto online di farmaci per la prevenzione e terapia dell’infezione Covid-19 e alla diffusione sui social network di informazioni false sulle terapie”, è stato redatto dal Gruppo di lavoro Covid-19 dell’Istituto  superiore di sanità ed è stato pubblicato a metà della scorsa settimana e meriterebbe la più ampia diffusione possibile. Perché lo studio – ché di questo si tratta – evidenzia l’esistenza di  “un attivo mercato illegale del farmaco che sta sfruttando l’emergenza sanitaria per lucrare sulla salute e sulla paura della popolazione“ e fornisce alcune fondamentali indicazioni per non cadere vittime dei pericolosissimi Dulcamara del web, le cui offerte ormai spuntano ormai a ogni angolo del web, con rischi facilmente intuibili per quanti, incautamente, cadessero nella ragnatela di annunci  che promettono “cure miracolose” che – al contrario – possono provocare conseguenze molto, molto gravi.

“Il paziente con sintomi lievi che non è ospedalizzato o il cittadino che potrebbe essere stato contagiato non devono assolutamente seguire terapie o profilassi ‘fai da te’ acquistando farmaci online da siti non autorizzati” scrive l’Iss nel suo studio, aggiungendo che “il rischio dell’acquisto di farmaci da farmacie illegali è di assumere medicinali falsificati che possono contenere sostanze tossiche che possono peggiorare la condizione clinica“.

Quindi l’invito più importante, che non bisogna mai stancarsi di ripetere: “La popolazione deve cercare le informazioni sanitarie solo sui siti istituzionali e non dare credito alle numerose informazioni ingannevoli che vengono diffuse attraverso il web e i social network, soprattutto quelle concernenti ‘cure miracolose“.

Questo il link che consente l’accesso al report realizzato dall’Istituto superiore di sanità, che merita certamente di essere consultato.


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Si tratta di domande frequenti a cui spesso vengono date risposte incomplete o fuorvianti. Gli esperti dell’Istituto Superiore di Sanità le hanno analizzate e per ognuna di essa forniscono oggi una risposta esaustiva su cosa si rischia effettivamente e su quali precauzioni è comunque bene prendere.

Nel pieno dell’emergenza sanitaria causata dalla diffusione del nuovo coronavirus tanti sono i dubbi e le richieste di chiarimento che arrivano da parte dei cittadini sulle modalità di contagio. In rete e sul web circolano tante informazioni non veritiere e questo non fa che aumentare la confusione.

L’Istituto Superiore di Sanità ha sottoposto ai suoi esperti quattro domande frequenti e concrete che riguardano alimenti e animali cui dare risposta per fugare ogni dubbio.

Il pane fresco o le verdure crude possono essere contaminate da nuovo coronavirus e trasmettere l’infezione a chi li mangia?
Allo stato attuale non vi sono informazioni sulla sopravvivenza del virus sulla superficie degli alimenti, ma la possibilità di trasmissione del virus attraverso il pane fresco, o altri tipi di alimenti è poco probabile, visto che la modalità di trasmissione è principalmente attraverso le goccioline che contengono secrezioni respiratorie (droplets) o per contatto, purché manipolando il pane, come altri alimenti, sia rispettata l’igiene delle mani, che consiste nel  lavaggio accurato con acqua e sapone per almeno 20 secondi, e in caso di tosse o starnuti si usi un fazzoletto usa e getta per coprire le vie respiratorie e poi si lavino subito le mani prima di toccare il pane o le verdure.

La suola delle scarpe può portare il virus in casa contaminando le superfici e esponendo al contagio?
Il tempo di sopravvivenza del virus in luoghi aperti non è attualmente noto. Teoricamente se si passa con la suola delle scarpe su una superficie in cui una persona infetta ha espulso secrezioni respiratorie come catarro, ecc. è possibile che il virus sia presente sulla suola e possa essere portato in casa. Tuttavia, il pavimento non è una delle superfici che normalmente tocchiamo, quindi il rischio è trascurabile.  In presenza di bambini si può mantenere un atteggiamento prudente nel rispetto delle normali norme igieniche, togliendosi le scarpe all’ingresso in casa e pulendo i pavimenti con prodotti a base di cloro all’0.1% (semplice candeggina o varechina diluita)

Se torno da una passeggiata con il mio cane devo pulirgli le zampe?
La sopravvivenza del nuovo Coronavirus negli ambienti esterni non è al momento nota con certezza. Se il cane viene a contatto con le zampe con secrezioni respiratorie espulse a terra da persone infette è teoricamente possibile che possa trasportare il virus anche se non vi sono al momento evidenze di contagi avvenuti in questo modo. Quindi, si tratta di osservare l’igiene accurata delle superfici e delle mani lavando i pavimenti con soluzioni a base di cloro all’0.1% (la comune candeggina o varechina), le altre superfici con soluzioni a base di cloro allo 0,5% e le mani con acqua e sapone per oltre 20 secondi o con soluzioni/gel a base alcolica, per uccidere i virus. E’ possibile al rientro a casa lavare le zampe del cane con acqua e sapone, analogamente a quanto facciamo con le nostre mani, avendo cura di asciugarle bene e comunque è opportuno evitare di farlo salire con le zampe su superfici con le quali veniamo a contatto (ad esempio su letti o divani).

Se si è dovuti uscire per lavoro o emergenze, al rientro in casa bisogna lavare i capelli e gli indumenti indossati? Il virus sopravvive su capelli e indumenti?
Con il rispetto della distanza di almeno un metro dalle altre persone è poco plausibile che i nostri vestiti, o noi stessi, possano essere contaminati da virus in una quantità rilevante. Tuttavia, sempre nel rispetto delle buone norme igieniche, quando si torna a casa è opportuno riporre correttamente la giacca o il soprabito senza, ad esempio, poggiarli sul divano, sul tavolo o sul letto.


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Redatti dagli esperti dell’Istituto “San Gallicano” (IRCCS) di Roma ecco una serie di consigli e raccomandazioni per l’igiene delle mani. Morrone: “Importante lavarsi le mani ma senza danneggiare la barriera cutanea”. “Lavarsi le mani nel corso della pandemia da coronavirus è fondamentale ma non deve diventare un’operazione ‘maniacale’, con il rischio di infezioni o la comparsa di dermatiti irritative o allergiche”.

“L’igiene delle mani è fondamentale per la prevenzione di molte infezioni perché rimuove i microrganismi che possono essersi depositati sulla pelle attraverso micro-gocce presenti nell’aria o attraverso il contatto con oggetti o superfici contaminate. È importante che le pratiche di igiene non alterino il film idrolipidico della cute per evitare che il suo ruolo di barriera non venga compromesso. Per questo, lavarsi le mani nel corso della pandemia da coronavirus è fondamentale – spiega il prof. Aldo Morrone, direttore scientifico dell’Istituto dermatologico San Gallicano (IRCCS) -, ma non deve diventare un’operazione ‘maniacale’, con il rischio di infezioni o la comparsa di dermatiti irritative o allergiche”.

Qui di seguito il decalogo con alcuni consigli dei dermatologi del San Gallicano:

1. La pelle è un organo barriera che svolge un ruolo fondamentale nella difesa dell’organismo dall’ambiente esterno. Oltre che essere un organo di senso e di relazione, ha una funzione primaria di difesa dagli agenti fisici, chimici e biologici, rappresentando la prima linea di difesa contro patogeni invasivi. Questa funzione viene svolta sia grazie alla protezione fornita dallo strato corneo, che attraverso la sintesi di mediatori dell’infiammazione, come prostaglandine, leucotrieni, citochine, ecc.

2. La cute integra rappresenta una barriera nei confronti della penetrazione di numerosi batteri e virus, ma la sua integrità è fondamentale per preservare l’organismo da malattie infettive.

3. Il nuovo coronavirus (SARS-CoV-2), causa dell’attuale pandemia, si trasmette principalmente attraverso la saliva e contatti diretti personali, per esempio con le mani “contaminate”.

4. Questo virus non è in grado di attraversare la cute. Le micro-gocce di saliva (droplet) eliminate dai malati, sospese in aria possono depositarsi sugli oggetti e sulle mani, che in questo modo potrebbero veicolare il virus, se portate alla bocca, o attraverso contatti diretti personali come una stretta di mano.

5. Il lavaggio delle mani con acqua e sapone ha lo scopo di garantire un’adeguata pulizia e igiene delle mani attraverso un’azione meccanica ed è raccomandato come principale e più efficace misura di prevenzione nei confronti del nuovo coronavirus. Evitare l’acqua troppo calda, perché potrebbe danneggiare il film idrolipidico della pelle.

6. Per l’igiene delle mani è sufficiente il comune sapone. Solo in assenza di acqua si può ricorrere ai cosiddetti igienizzanti per le mani (gel idroalcolici) contenenti almeno il 60% di alcol. Una corretta igiene delle mani richiede che ci si lavi per almeno 40-60 secondi.

7. I gel idroalcolici vanno usati quando le mani sono asciutte, altrimenti non sono efficaci. Tuttavia, è necessario fare attenzione a non abusarne, dal momento che, se usati frequentemente, potrebbero provocare secchezza della cute, alterando la sua funzione protettiva e inoltre favorire nei batteri lo sviluppo di resistenze, aumentando di conseguenza il rischio di infezioni.

8. Avere cura delle unghie, mantenendole corte, evitando di “mordicchiare” le “pellicine” (cuticole), perché potrebbero crearsi micro-ferite che possono costituire la porta di accesso a virus e batteri.

9. Utilizzare creme idratanti che aiutino la pelle a ritrovare il suo naturale equilibrio, soprattutto se si avverte particolare secchezza delle mani.

10. Prestare particolare attenzione a queste precauzioni se si è affetti da patologie dermatologiche, come la dermatite atopica, che espongono già a maggior rischio di contrarre infezioni.


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Gli esperti: “Seguire uno stile di vita alimentare corretto aiuta a facilitare il processo di guarigione e in tempi come questi, di smart working e mobilità ridotta tra le mura di casa, a evitare di mettere su chili di troppo”.

“Non esistono diete miracolose contro le infezioni virali. Sicuramente però seguire uno stile di vita alimentare corretto aiuta a facilitare il processo di guarigione e in tempi come questi, di smart working e mobilità ridotta tra le mura di casa, a evitare di mettere su chili di troppo”. Ecco che arrivano i suggerimenti utili per una sana alimentazione durante l’isolamento sociale arrivano dalla Società italiana di nutrizione umana.

1. Per evitare un aumento di peso, porta in tavola solo quello che hai deciso di mangiare, serviti una porzione “giusta” di ogni portata e non aggiungere altro, riduci il consumo di bevande zuccherate e di altri prodotti ricchi di zuccheri, evita l’abuso di sale e di condimenti ricchi di grassi.

2. Soprattutto consuma almeno 5 porzioni al giorno di frutta e verdura, fonti di minerali e vitamine (particolarmente vit. C e vit. A) utili a rafforzare le difese immunitarie e la protezione delle vie respiratorie.

3. Sforzati di mantenere una regolare sia pur limitata attività motoria, ad es. cyclette, tapis roulant ma anche ginnastica a corpo libero 1 o 2 volte al giorno e cerca se possibile di esporre ogni giorno braccia e gambe al sole per 15-30 minuti per favorire la sintesi endogena di vitamina D.

4. Rifletti che la necessità di restare a casa e in famiglia può essere un’opportunità per dedicare maggiore attenzione e un po’ più di tempo alla preparazione di cibi più salutari e più gustosi, nel rispetto delle nostre tradizioni mediterranee: se ne gioveranno la salute ma anche l’umore.

5. Non assaggiare durante la preparazione dei piatti e non mangiare mai in piedi e frettolosamente, ma apparecchia ogni volta la tavola: dedica tempo alla convivialità nei pasti perché momento di aggregazione con la famiglia e di utilità per incoraggiare i ragazzi ad avere ogni giorno un’alimentazione varia, ricca di frutta, verdura e legumi fornendo loro il buon esempio.

6. Fai in modo che i bambini ti aiutino nella preparazione del cibo: in questo modo eviterai la noia e i capricci ed è sempre più divertente e più facile mangiare ciò che si è scelto e si è aiutato a preparare.


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Dall’Istituto Superiore di Sanità una serie di semplici raccomandazioni per mantenere l’aria pulita nelle nostre case rendendo più salubre il periodo di isolamento o quarantena.

Dai consigli sul ricambio d’aria in casa, negli uffici, nelle farmacie e in tutti i luoghi chiusi all’uso dei prodotti detergenti per sanificare le superfici, fino agli impianti di ventilazione alla pulizia regolare dei filtri e alla manutenzione e ai dosaggi dei detergenti. Ecco una serie di raccomandazioni sul ricambio d’aria, i prodotti di pulizia e i sistemi di ventilazione, a cura del Gruppo di Studio Nazionale Inquinamento indoor dell’Istituto Superiore di Sanità.

“Utili sempre – sottolinea l’ISS – ma in particolare in questo momento in cui l’igiene dell’aria e delle superfici deve essere più accurata”.

Ricambio dell’aria

– Garantire un buon ricambio d’aria in tutti gli ambienti: casa, uffici, strutture sanitarie, farmacie, parafarmacie, banche, poste, supermercati, mezzi di trasporto.
– Aprire regolarmente le finestre scegliendo quelle più distanti dalle strade trafficate.
– Non aprire le finestre durante le ore di punta del traffico e non lasciarle aperte la notte.
– Ottimizzare l’apertura in funzione delle attività svolte.

Pulizia

– Prima di utilizzare i prodotti per la pulizia leggi attentamente le istruzioni e rispetta i dosaggi d’uso raccomandati sulle confezioni (vedi simboli di pericolo sulle etichette).
– Pulire i diversi ambienti, materiali e arredi utilizzando acqua e sapone e/o alcol etilico 75% e/o ipoclorito di sodio 0,5%. In tutti i casi le pulizie devono essere eseguite con guanti e/o dispositivi di protezione individuale.
– Non miscelare i prodotti di pulizia, in particolare quelli contenenti candeggina o ammoniaca con altri prodotti. Sia durante che dopo l’uso dei prodotti per la pulizia e la sanificazione, arieggiare gli ambienti.

Impianti di ventilazione

A casa
– Pulire regolarmente le prese e le griglie di ventilazione dell’aria dei condizionatori con un panno inumidito con acqua e sapone oppure con alcol etilico 75%.
 
Negli uffici e nei luoghi pubblici
– Gli impianti di ventilazione meccanica controllata (VMC) devono essere tenuti accesi e in buono stato di funzionamento. Tenere sotto controllo i parametri microclimatici (es. temperatura, umidità relativa, CO2).
– Negli impianti di ventilazione meccanica controllata (VMC) eliminare totalmente il ricircolo dell’aria.
– Pulire regolarmente i filtri e acquisire informazioni sul tipo di pacco filtrante installato sull’impianto di condizionamento ed eventualmente sostituirlo con un pacco filtrante più efficiente.


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I guanti in lattice possono prevenire le infezioni ma non sostituiscano la corretta igiene delle mani. Vanno inoltre cambiati ogni volta che si sporcano ed eliminati correttamente nei rifiuti indifferenziati.

L’uso dei guanti in lattice, come quello delle mascherine, aiuta a prevenire le infezioni ma solo a determinate condizioni. Diversamente, il dispositivo di protezione può diventare un veicolo di contagio.

Per questo l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) fornisce le indicazioni per un loro utilizzo corretto, eccole:
 
Sì ai guanti a patto che:
– non sostituiscano la corretta igiene delle mani che deve avvenire attraverso un lavaggio accurato e per 60 secondi;
– siano ricambiati ogni volta che si sporcano ed eliminati correttamente nei rifiuti indifferenziati;
– come le mani, non vengano a contatto con bocca naso e occhi;
– siano eliminati al termine dell’uso, per esempio, al supermercato; 
– non siano riutilizzati.

Dove sono necessari?
– In alcuni contesti lavorativi come per esempio personale addetto alla pulizia, alla ristorazione o al commercio di alimenti.
– Sono indispensabili nel caso di assistenza ospedaliera o domiciliare a malati.


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Nasce da una corrispondenza da poco pubblicata sul Journal of digestive disease l’ipotesi di una correlazione tra l’infezione da Sars-coV-2 e alterazioni del microbiota intestinale e di un potenziale ruolo terapeutico dei probiotici.
È noto che la sintomatologia primaria causata dal Coronavirus è a carico delle vie respiratorie, con la comparsa di tosse, febbre e dispnea sino alla manifestazione più grave, ovvero la polmonite interstiziale bilaterale.

Esiste però una percentuale variabile, ma non trascurabile, di pazienti che accusa sintomi gastrointestinali come diarrea (2% ‐10,1%), nausea e vomito (1% ‐3,6%). Ricercatori del People’s Hospital dell’Università di Wuhan hanno identificato la presenza di acidi nucleici del virus in campioni fecali e tamponi anali, mettendo in guardia gli operatori sanitari anche sulla trasmissione oro-fecale del virus e non soltanto su quella aerea.

Come mai, dunque, sintomi respiratori e gastrointestinali?

L’ipotesi più accreditata vede come protagonista il recettore cui le spike protein, ovvero gli “spuntoni” del virus, si attaccano per penetrare nelle cellule bersaglio. Si tratta di Ace2, proteina di membrana presente nelle cellule epiteliali sia a livello polmonare, che intestinale. In quest’ultimo caso, soprattutto nelle cellule epiteliali dell’intestino tenue. Ace2, inoltre, ha già dato prova di interazione con i batteri intestinali laddove alcuni studi hanno messo in correlazione alcune sue mutazioni con un’alterazione del microbiota e conseguente minor rilascio di peptidi antimicrobici.

“I rapporti tra vie respiratorie e tratto gastrointestinale non sono ancora del tutto compresi”, dicono gli Autori. “Sappiamo che, in generale, i pazienti con infezioni respiratorie presentano generalmente anche disturbi gastrointestinali correlati a un decorso clinico più grave della malattia, fenomeno osservato anche in caso di Covid-19. Numerosi studi hanno dimostrato che agire anche sul microbiota intestinale può ridurre l’enterite e la polmonite associata a ventilazione meccanica. Attualmente, non vi sono prove cliniche che una modulazione del microbiota intestinale possa svolgere un’azione terapeutica nel trattamento di Covid-19, ma vi è un razionale che ci consente di ipotizzare un possibile ruolo, magari adiuvante”.

Da inizio dello scorso febbraio, le linee-guida  della China’s national health commission and national administration of traditional chinese medicine, raccomandano l’utilizzo di probiotici nel trattamento di pazienti con grave infezione da Sars-coV-2 per mantenere l’equilibrio della flora intestinale e prevenire il rischio di sovrainfezioni batteriche, un segnale importante dell’attenzione al ruolo del microbiota intestinale in corso di infezione da coronavirus da parte degli stessi operatori sanitari impegnati in prima linea.

“È una corsa contro il tempo alla ricerca di una cura per Covid-19 al momento purtroppo non disponibile”, concludono gli Autori. “La nostra ipotesi è che i probiotici possano migliorare i sintomi gastrointestinali e proteggere anche l’apparato respiratorio, ma bisogna condurre studi specifici su questo aspetto. Un appello che però ci sentiamo di fare ai medici impegnati sul fronte è, comunque, di porre molta attenzione ai pazienti che presentano inizialmente una sintomatologia atipica di carattere gastrointestinale”.

Nicola Miglino


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Pubblichiamo un estratto del recente Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, contenente le più importanti indicazioni e norme di comportamento per il contenimento della diffusione del COVID19. Per quanto riguarda le nostre zone, suggeriamo di porre particolare attenzione al paragrafo delle misure relative al territorio nazionale.

… In  attuazione  del D.L. 6/2020, allo  scopo  di  contrastare  e  contenere  il diffondersi del virus Covid-19, il DPCM in oggetto prevede, nei comuni indicati  nell’allegato 1, (la cd. zona rossa) ossia, nei comuni della Regione Lombardia di Bertonico, Casalpusterlengo, Castelgerundo, Castiglione D’Adda, Codogno, Fombio, Maleo, San Fiorano, Somaglia, Terranova dei Passerini  e nel comune di Vò della Regione Veneto, che vengano mantenute le misure di contenimento già previste dal precedente DPCM 23/02/2020.

In particolare:

chiusura di tutte le attività  commerciali,  ad  esclusione  di quelle di pubblica utilità, dei servizi pubblici essenziali e degli esercizi commerciali per l’acquisto di beni di prima necessità secondo  le modalità  e  i  limiti  indicati  con  provvedimento  del   Prefetto territorialmente competente;

obbligo di accedere ai servizi pubblici essenziali, nonché agli esercizi commerciali per l’acquisto di beni di prima  necessità indossando dispositivi di protezione individuale o adottando particolari misure di cautela  individuate  dal  Dipartimento di prevenzione delle aziende sanitarie competenti per territorio;

sospensione dello svolgimento delle attività lavorative  per  i lavoratori residenti o domiciliati, anche  di  fatto,  nel  comune o nell’area interessata, anche ove le  stesse si svolgano fuori dal Comune o dall’area indicata.

Nelle zone di cui all’allegato 2 ossia, Regioni Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto e Province di Pesaro-Urbino e Savona, nonché nelle zone di cui all’allegato n.3, ossia le Province di Bergamo, Lodi, Piacenza e Cremona, l’apertura delle attività commerciali, (diverse dalle attività di ristorazione, bar e  pub) è condizionata dall’adozione di misure organizzative tali da consentire un accesso ai predetti luoghi con modalità contingentate o comunque idonee a evitare assembramenti di persone tenuto conto delle dimensioni e caratteristiche dei locali aperti al pubblico e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza di almeno 1 metro.

Inoltre, nelle sole province dell’allegato n. 3 è prevista le chiusura nelle giornate di sabato e domenica delle medie e grandi strutture di vendita e degli esercizi commerciali presenti all’interno dei centri commerciali e dei mercati, ad esclusione delle farmacie, delle parafarmacie e dei punti vendita dei generi alimentari.

Misure urgenti di contenimento sul territorio nazionale

In tutti i locali aperti al pubblico sono messe a disposizione degli addetti, nonché degli utenti e visitatori, soluzioni disinfettanti per l’igiene delle mani.

Inoltre, in coerenza con le misure previste nel Decalogo inviato, da ultimo, con Circolare Federfarma n. 81/2020, il Dpcm in oggetto prevede che i sindaci e le associazioni di categoria promuovono, presso gli esercizi commerciali, la diffusione delle medesime informazioni sulle misure di prevenzione igienico sanitarie, elencate nell’allegato 4 al DPCM in oggetto e che per comodità si riportano di seguito:

Misure igieniche:

a) lavarsi spesso le mani. Si raccomanda di mettere a disposizione in tutti i locali pubblici, palestre, supermercati, farmacie e altri luoghi di aggregazione, soluzioni idroalcoliche  per il lavaggio delle mani;

b) evitare il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute;

c) non toccarsi occhi, naso e bocca con le mani;

d) coprirsi bocca e naso se si starnutisce o tossisce;

e) non prendere farmaci antivirali e antibiotici, a meno che siano prescritti dal medico;

f) pulire le superfici con disinfettanti a base di cloro o alcol;

g) usare la mascherina solo se si sospetta di essere  malato  o si assiste persone malate.

Gli individui che nei 15 giorni precedenti il presente DPCM abbiano fatto ingresso in Italia dopo aver soggiornato in zone a rischio epidemiologico come identificate dall’OMS o siano transitati o abbiano sostato nei comuni di cui all’allegato 1 sono obbligati a comunicare tale circostanza al Dipartimento di prevenzione dell’azienda sanitaria competente per territorio, nonché al proprio Medico di Medicina Generale ovvero al Pediatra di Libera Scelta, ai fini dell’adozione, da parte dell’autorità sanitaria competente, della misura della permanenza domiciliare  fiduciaria.

La modalità di lavoro agile può essere applicata, per la durata dello stato di emergenza di cui alla delibera del Consiglio dei Ministri del 31 gennaio 2020, dai datori di lavoro ad ogni rapporto di lavoro subordinato anche  in  assenza  degli  accordi  individuali  ivi previsti.

Il Prefetto territorialmente competente, iinformando preventivamente il Ministro dell’interno, assicura l’esecuzione delle misure nei Comuni di cui all’allegato n.1, avvalendosi, ove occorra delle Forze di polizia  e  con  il possibile concorso i del Corpo  nazionale dei  Vigili  del  fuoco,  nonché  delle  Forze  armate,  sentiti   i competenti comandi territoriali.

Si segnala che le misure previste nel DPCM in oggetto producono i loro effetti dal 2 marzo 2020 e sono efficaci, salvo diverse previsioni contenute nelle singole misure, fino all’8 marzo 2020. Inoltre dal 2 marzo 2020 cessano di produrre effetti il DPCM 23 febbraio 2020 ed il DPCM 25 febbraio 2020.


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