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II buono sarà sostituito da un codice numerico che, abbinato alla tessera sanitaria, consentirà ai celiaci di acquistare i prodotti alimentari specifici: una nuova e moderna modalità telematica di gestione del vecchio buono cartaceo, che fino ad ora permetteva loro di acquistare i prodotti alimentari specifici per celiaci.

La Regione Toscana ha attivato il progetto di dematerializzazione del buono cartaceo per la celiachia, e dal 1° giugno il buono sarà sostituito da un codice numerico che, abbinato alla tessera sanitaria, consentirà ai celiaci di acquistare i prodotti alimentari specifici: una nuova e moderna modalità telematica di gestione del vecchio buono cartaceo, che fino ad ora permetteva loro di acquistare i prodotti alimentari specifici per celiaci.

Il Codice Celiachia è stato presentato nel corso di una conferenza stampa, dall’assessore al diritto alla salute, assieme a Andrea Belardinelli, responsabile del settore sanità digitale e innovazione dell’assessorato, e a Elisabetta Tosi, vicepresidente di AIC (Associazione Italiana Celiachia) Toscana. Un progetto che riguarda quasi 17.000 persone e che, come ha sottolineato l’assessore, semplifica enormemente la vita dei pazienti affetti da morbo celiaco o dermatite erpetiforme, che finora dovevano utilizzare i buoni cartacei per avere gli alimenti specifici. Per Belardinelli il codice rappresenta un nuovo esercizio di cittadinanza digitale, a pochi giorni dalla presentazione della prenotazione Cup online.

Elisabetta Tosi, nel suo intervento, ha sottolineato come questa novità coincida con il 40° anniversario dell’ Associazione e rappresenti davvero un bel regalo di compleanno. La dematerializzazione, ha insistito, migliora la vita al celiaco e ottima è anche la circolarità del buono all’interno di tutta la regione. Tosi ha infine ricordato come la Toscana sia stata la prima a partire con i buoni cartacei e ora la dematerializzazione è il tassello che va a completare il tutto.

Cos’è il Codice Celiachia

Il Codice Celiachia è un codice numerico rilasciato dall’azienda sanitaria di riferimento, che il paziente celiaco potrà utilizzare per acquistare i prodotti alimentari specifici nei supermercati della grande distribuzione organizzata, le farmacie, parafarmacie e gli altri esercizi commerciali comunque convenzionati, su tutto il territorio regionale (in tutto 900 esercizi).

Il Codice Celiachia entrerà in funzione dal 1° giugno, ma già ora i pazienti possono andare alla Asl di riferimento per avere il Codice.

Fino al 31 maggio saranno sempre validi i buoni cartacei, che però non saranno più spendibili dal 1° giugno.

Il Codice Celiachia rientra nel progetto regionale Cel@RT, che prevede la dematerializzazione dei buoni cartacei e l’introduzione di una piattaforma informatizzata per la gestione di tutto il processo.

Molti i piccoli disagi della vecchia gestione cartacea: il cittadino era costretto a ricordarsi di portare sempre con sé il buono cartaceo nel portafoglio, era costretto a spendere solo negli esercizi convenzionati dalla sua Asl di riferimento, stando attento al superamento del valore del buono ed agli arrotondamenti dei prezzi e doveva porre attenzione anche tenere separata la consueta spesa da quella con i prodotti specifici per celiaci.

Tutto questo dal 1° giugno rimarrà solo un lontano ricordo.

L’utilizzo della tecnologia, che il Settore Sanità digitale ed innovazione di Regione Toscana ha deciso di sviluppare e attivare con forza in questi ultimi mesi, aiuterà infatti a semplificare sensibilmente la vita di questi utenti e renderà tutto più veloce, rapido e sicuro.

Il budget mensile

Il cittadino a cui è stata certificata la patologia del morbo celiaco o dermatite erpetiforme ha diritto ad usufruire di un budget mensile per l’acquisto di prodotti alimentari specifici (iscritti nel registro nazionale degli alimenti per celiaci).

Per usufruire di questo diritto, il cittadino si deve recare all’azienda sanitaria di riferimento (servizio farmaceutico integrativo) munito della propria tessera sanitaria in corso di validità e un documento di identità. In caso di primo accesso, dovrà portare anche la certificazione medica della patologia.

Questi i nuovi limiti di spesa in vigore dal 1° gennaio 2019 per i prodotti senza glutine, come previsto dal Decreto ministeriale del 10 agosto 2018:
6 mesi-5 anni: 56 euro
6-9 anni: 70 euro
10-13 anni: 100 euro (maschio) – 90 euro (femmina)
14-17 anni: 124 euro (maschio) – 99 euro (femmina)
18-59 anni: 110 euro (uomo) – 90 euro (donna)
60 anni e oltre: 89 euro (uomo) – 75 euro (donna)

Come utilizzare il budget

Per utilizzare il budget mensile è necessario:
– avere con sé la propria tessera sanitaria in corso di validità e il Codice Celiachia rilasciato dalla Asl;
– comunicare alla cassa che si intende usufruire del budget per il pagamento dei prodotti per celiaci;
– inserire nell’apposito dispositivo presente alla cassa la tessera sanitaria e digitare il proprio Codice Celiachia.

Nel caso che il “sistema di cassa” dell’esercizio commerciale sia integrato direttamente con il progetto di Regione Toscana sarà possibile: fare compere “miste”, cioè comprendenti prodotti per celiaci e altri prodotti; il sistema sarà infatti in grado di riconoscere quelli rimborsabili, che saranno contrassegnati da una sigla sullo scontrino (SG); leggere sullo scontrino la cifra residua del budget mensile per un controllo preciso e immediato.

Il cittadino avrà inoltre la possibilità di tenere sempre sotto controllo il suo budget, di individuare gli esercizi commerciali convenzionati a lui più vicini e di verificare in tempo reale se il prodotto che intende acquistare è tra quelli erogabili a carico del Servizio Sanitario oppure no (barcode). Tutto questo sarà possibile sia attraverso il Fascicolo Sanitario Elettronico che, in totale mobilità, attraverso la APP Smart SST di Regione Toscana.


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Dal 1° giugno si passerà dai buoni cartacei a un codice numerico abbinato alla tessera sanitaria: una misura che semplificherà molto la vita dei celiaci.

Finora i pazienti affetti da morbo celiaco o dermatite erpetiforme usufruivano di buoni cartacei per l’acquisto di prodotti senza glutine.

Col nuovo ‘codice celiachia’, che verrà rilasciato dall’Azienda sanitaria di riferimento, ai pazienti basterà esibire il codice, assieme alla tessera sanitaria, per avere gli alimenti specifici”.

A darne notizia, un comunicato della Regione Toscana.


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Le regole per il Pane e il Vino della celebrazione eucaristica sono contenute in una Lettera circolare che la Congregazione per il Culto divino e la Disciplina dei sacramenti ha rivolto ai Vescovi.

Le ostie gluten-free non possono essere utilizzate per la Messa. I fedeli celiaci possono comunicarsi assumendo ostie contenenti quantitativi di glutine idonei per i pazienti e riconosciuti dalla Santa Sede. È quanto ribadisce la Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti in una “Lettera circolare ai Vescovi sul pane e il vino per l’Eucaristia” in cui si dice, senza mezzi termini, che “la Chiesa esige certezza rispetto alle condizioni necessarie per la validità dei sacramenti”.

La lettera, in realtà, non aggiunge nulla di nuovo rispetto a già quanto contenuto nella “Circolare ai Presidente delle Conferenze Episcopali circa l’uso del pane con poca quantità di glutine e del mosto come materia eucaristica” nel Luglio 2003 e a sua volta anticipato dalle norme stabilite dalla Congregazione per la Dottrina della Fede nel 1995. Si tratta, quindi, di un richiamo alle regole, anche quelle per dispensare la comunione alle persone che, “per diverse e gravi motivazioni, non possono assumere pane normalmente confezionato o vino normalmente fermentato”.

Si ribadisce quindi che “le ostie completamente prive di glutine sono materia invalida per l’Eucaristia. Sono materia valida le ostie parzialmente prive di glutine e tali che sia in esse presente una quantità di glutine sufficiente per ottenere la panificazione senza aggiunta di sostanze estranee e senza ricorrere a procedimenti tali da snaturare il pane”.

Stabilito che le ostie, per essere conformi alle norme ecclesiastiche, devono contenere glutine, seppur in minimi quantitativi, l’Associazione Italiana Celiachia intende rassicurare i fedeli celiaci chiarendo che, tenuto in considerazione il quantitativo di particola assunta dal fedele, “sono considerate idonee al celiaco sia le ostie garantite ‘senza glutine’ (contenuto massimo di glutine di 20 mg/kg) sia le ostie ‘con contenuto di glutine molto basso’ (contenuto massimo di 100 mg/kg)”.

“La Congregazione per la Dottrina della Fede è intervenuta in modo altamente proficuo dando facoltà agli Ordinari di autorizzare l’uso di ostie con ridotta quantità di glutine per i fedeli celiaci e garantendo, di fatto già dal lontano 1995, la possibilità per i celiaci cattolici italiani di accostarsi al Sacramento dell’Eucaristia nella forma del pane e del vino, senza rischi per la propria salute” dichiara Giuseppe Di Fabio, Presidente dell’Associazione Italiana Celiachia.

Una garanzia importante, a cui l’Associazione ha inteso conferire ulteriore efficacia diffondendo una serie di indicazioni rivolte a quanti sono coinvolti nel ministero liturgico e riferite in particolare alle attenzioni necessarie a garantire l’idoneità delle particole nella loro conservazione e somministrazione ai fedeli.

Niente allarmismi quindi, almeno per quanto riguarda l’Italia. Ma le associazioni dei celiaci spiegano che “non è così per numerosi altri Paesi nei quali non è ancora possibile comunicarsi con ostie a basso contenuto di glutine, non pericolose per chi soffre di celiachia ma valide per la Celebrazione Eucaristica”. A questo proposito l’Associazione Italiana Celiachia ha recentemente inviato una lettera al Santo Padre su incarico dell’AOECS, la Federazione delle Associazioni Celiachia Europee. “Abbiamo indirizzato una lettera al Santo Padre a nome degli oltre 12 milioni di fedeli cattolici nel mondo la cui terapia prevede la rigorosa esclusione del glutine dalla dieta per tutta la vita – spiega il Presidente Di Fabio – attraverso la nostra istanza chiediamo che in ogni luogo della Terra sia possibile, per il fedele celiaco, accostarsi in sicurezza al Sacramento Eucaristico”.

Dall’Associazione arriva poi una seconda istanza rivolta al Santo Padre che riguarda la sfera sociale dei fedeli celiaci, con particolare attenzione ai minori. “La possibilità di accostarsi in tutta sicurezza al Sacramento dell’Eucarestia è ormai un punto fermo in Italia. Oggi chiediamo un’ulteriore segnale di attenzione da parte della Chiesa nei confronti dei fedeli affetti da una patologia che colpisce l’1% della popolazione mondiale attraverso la diffusione di linee guida per la Comunione che possano suggerire, per i momenti della Prima Comunione e della Cresima in cui siano presenti minori celiaci, che il Sacramento venga somministrato con ostie per celiaci a tutti i fedeli riuniti in Assemblea” conclude il Presidente Di Fabio che auspica “un nuovo, forte, segnale di normalizzazione per i bambini e i ragazzi celiaci che avrebbero l’opportunità di vivere i momenti fondamentali del loro percorso spirituale senza conseguenze emotive in seguito alla diversità di trattamento dovuta alla loro condizione”.


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