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Soffrire a 18 anni di ansia è strettamente legato all’abuso di alcol qualche anno dopo.

A dirlo è uno studio dell’Università di Bristol pubblicato sulla rivista scientifica Drug and Alcohol Dependence. La ricerca (di tipo osservazionale) è iniziata negli anni Novanta e rafforza tutte quelle prove che già identificavano una relazione tra lo stato d’ansia e la successiva dipendenza da alcol.

Utilizzando i dati di un questionario e di un colloquio clinico che ha coinvolto più di 2000 ragazzi, gli studiosi inglesi hanno scoperto che il disturbo d’ansia generalizzato all’età di 18 anni è collegato al bere più di frequente intorno ai 21 anni.

«La relazione tra il disturbo d’ansia generalizzato e il bere dannoso all’età di 18 anni persiste nella prima età adulta – ha detto Maddy Dyer, ricercatrice che ha partecipato all’analisi – Aiutare gli adolescenti a sviluppare strategie positive per far fronte all’ansia, invece di far loro bere alcolici, può ridurre il rischio». Secondo gli studiosi inglesi saranno necessarie ulteriori analisi per capire meglio le connessioni tra l’alcol e la salute mentale per cercare di individuare eventuali soluzioni nella lotta contro la dipendenza da alcol.

ANSA


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Un modo efficace per ridurre lo stress e l’ansia è scrivere i propri pensieri felici

Bastano 20 minuti al giorno in cui ci si focalizza sulle esperienze positive, dall’essere commossi da un buon libro all’innamoramento, per ridurre le sensazioni negative. Lo evidenzia uno studio della britannica Northumbria University, pubblicato sul British Journal of Health Psychology.

Per lo studio sono stati reclutati 71 partecipanti sani, di età compresa tra i 19 e i 77 anni, organizzati in maniera casuale in due gruppi. Al primo gruppo, composto da 37 persone, è stato chiesto di scrivere le esperienze più belle della vita per 20 minuti al giorno, per tre giorni consecutivi; al secondo gruppo, del quale facevano parte 34 persone, è stato invece assegnato il compito di scrivere su un argomento neutro, come i piani per il resto della giornata, nello stesso arco di tempo.

È stato misurato il livello d’ansia riportato dai partecipanti, immediatamente prima e dopo aver completato il compito di scrittura, riscontrando una riduzione significativamente maggiore dell’ansia in coloro che si erano focalizzati sulle esperienze positive. Coloro che hanno preso parte alla ricerca hanno anche riferito i loro livelli di stress, ansia e problemi di salute fisica quattro settimane dopo l’esperimento e anche in questo caso è emerso che l’ansia era diminuita in misura significativamente maggiore in chi si era concentrato sui propri pensieri felici. La scrittura non risultava invece aver migliorato i piccoli problemi di salute fisica, come mal di testa o di schiena.


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Una lunga passeggiata o una nuotata possono essere la chiave per non portare a casa le frustrazioni del lavoro.

L’antidoto contro una brutta giornata in ufficio può essere ad esempio camminare, avendo cura se possibile di superare la soglia dei 10mila passi al giorno che è quella raccomandata, oltre a un buon sonno.

Emerge da una ricerca della University of Central Florida, pubblicata sulla rivista Journal of Applied Psychology. Gli studiosi hanno preso in esame 118 studenti di MBA, i master in Business Administration, che avevano già un impiego a tempo pieno, sottoponendoli a un sondaggio e facendo indossare loro per una settimana degli strumenti per monitorarne l’attività giornaliera. Sono stati infine sottoposti dei questionari anche alle persone con cui i partecipanti allo studio convivevano.

Dai risultati è emerso che i lavoratori che facevano oltre 10mila passi al giorno (per la precisione più di 10.900) avevano meno probabilità di discutere, litigare, di quelli che invece non superavano la soglia dei 7.000 passi. Secondo gli studiosi 587 calorie extra bruciate (pari a 90 minuti di camminata a ritmo molto sostenuto o un’ora di nuoto) possono neutralizzare gli effetti negativi dei problemi di lavoro (mortificazioni, sfruttamento, maltrattamenti ecc) aiutando anche non portarli a casa.

«I risultati sono particolarmente interessanti anche in relazione alle raccomandazioni date dai Centers for Disease Control e dall’American Heart Association di fare tra gli 8mila e i 10mila passi al giorno» evidenzia Shannon Taylor, autrice della ricerca «penso anche che lo studio ci dia una nuova prospettiva sull’importanza di dormire abbastanza e fare esercizio fisico. Non è solo un bene per noi, è un bene anche per il partner».

ANSA


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Passi incessantemente dalla tua pagina Facebook a Twitter per poi andare ad aggiornare Instagram o altri social cui sei iscritto? Il rischio è di sviluppare depressione e ansia.

Una ricerca Usa mostra che i giovani attivi su tanti social (fino a 11 diversi), indipendentemente dal tempo trascorso complessivamente su di essi, hanno un rischio più che triplo di ansia e depressione rispetto a coetanei per nulla attivi o che usano al massimo due sole piattaforme.

Lo rivela una ricerca condotta da esperti della University of Pittsburgh Center for Research on Media, Technology and Health (CRMTH). L’analisi è stata pubblicata sulla rivista Computers in Human Behavior ed ha coinvolto un campione di quasi 1800 giovani che sono stati monitorati per vedere se presentassero ‘segni’ di depressione e ansia e a che livello. A tutto il campione è stato anche chiesto di riferire quali e quanti tra questi social erano soliti usare: Facebook, YouTube, Twitter, Google Plus, Instagram, Snapchat, Reddit, Tumblr, Pinterest, Vine e LinkedIn.

“Il legame trovato tra uso di molti social e rischio ansia e depressione è così forte che i clinici dovrebbero tenerne conto e chiedere ai propri pazienti depressi e ansiosi che uso fanno dei social per poi dare adeguato supporto e counseling per aiutare i pazienti stessi a limitarne l’uso”, dichiara l’autore del lavoro Brian Primack.

ANSA


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