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Iscriversi in palestra è uno dei propositi più “gettonati” per il nuovo anno, ma in molti casi dopo l’entusiasmo iniziale si finisce per non andarci più. Una delle ragioni per le quali continuare a insistere nell’attività fisica per tanti è così difficile potrebbe risiedere nel fatto che l’inattività è come un circolo vizioso: più si è inattivi più diminuisce il desiderio di muoversi, e il peso in eccesso accumulato magari durante le feste c’entra solo fino a un certo punto, contano di più alcuni meccanismi interni al cervello.

Emerge da una ricerca del National Institute of Diabetes and Digestive and Kidney Diseases, parte dei National Institutes of Health americani, pubblicata su Cell Metabolism. Dei topi sono stati divisi in due gruppi: uno nutrito con una dieta standard, l’altro con una dieta ricca di grassi per 18 settimane. A partire dalla seconda settimana, i topolini che avevano seguito una dieta non sana sono aumentati di peso e dalla quarta settimana hanno iniziato a muoversi di meno e più lentamente. I roditori hanno iniziato a muoversi meno già prima di mettere su la maggior parte del peso in eccesso e questo ha suggerito che i chili in più non erano responsabili del mancato movimento.

Da qui allora l’ipotesi, legata a quanto osservato su topi con il morbo di Parkinson, di possibili disfunzioni a livello cerebrale nel sistema della dopamina, collegata ad esempio al piacere e alla felicità.

Approfondendo, gli studiosi hanno così verificato che nei topi con peso in eccesso e inattivi vi era effettivamente deficit di un recettore della dopamina noto come D2. «Ci sono probabilmente altri fattori coinvolti, ma il deficit di D2 è sufficiente a spiegare la mancanza di attività» spiega Danielle Friend, prima autrice dello studio.

ANSA


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L’ASD New Volley Fucecchio e la Farmacia Serafini, spinti dalla comune convinzione che la salute è un bene primario raggiungibile solo attraverso una corretta alimentazione, una costante attività fisica ed un corretto stile di vita, organizzano una serie di incontri informativi dal titolo

SALUTE IN MOVIMENTO

Insieme a professionisti della salute, in modo semplice ed interattivo, scopriremo che non è poi così difficile STARE BENE.

Venerdì 13 gennaio – ore 21,15
presso Centro di Aggregazione “La Calamita” – Piazza S. d’Acquisto – Fucecchio

E adesso… cosa mangio?

Un adeguato apporto energetico e di nutrienti, associato ad un costante allenamento, permettono di raggiungere il massimo rendimento fisico…


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L’intervento è stato necessario a causa di una grave perforazione intestinale: questa ha costretto i medici di un altro ospedale lombardo (in cui il piccolo è nato) a inviarlo d’urgenza al Policlinico, che è un riferimento a livello italiano ed europeo per questo tipo di interventi. Ora il bimbo sta bene, e sta affrontando il percorso di assistenza tipico dei bambini nati così prematuri

Un bimbo molto prematuro, che pesa soli 750 grammi, è stato operato con successo alla Fondazione Ca’ Granda Policlinico di Milano durante la notte di Natale. L’intervento è stato necessario a causa di una grave perforazione intestinale: questa ha costretto i medici di un altro ospedale lombardo (in cui il piccolo è nato) a inviarlo d’urgenza al Policlinico, che è un riferimento a livello italiano ed europeo per questo tipo di interventi. Ora il bimbo sta bene, e sta affrontando il percorso di assistenza tipico dei bambini nati così prematuri.

Il piccolo è venuto alla luce alla 25esima settimana di gravidanza, molto prima delle 40 settimane previste normalmente. Il suo peso era di 750 grammi: la metà di 1,5 kg, cioè il limite sotto il quale si parla di “bambini piuma”.

“Il bimbo – spiega Ernesto Leva, direttore della Chirurgia pediatrica del Policlinico di Milano, che ha effettuato l’intervento chirurgico – è nato in un altro ospedale e qui, per una settimana, si è adattato bene alla vita. Poi ha iniziato a sviluppare i sintomi di una grave perforazione intestinale: i colleghi sono stati molto attenti, e hanno capito subito che qualcosa non andava”.

La perforazione intestinale in bimbi così piccoli succede a causa di problemi di circolazione del sangue: il loro intestino è molto immaturo, e questo aumenta il rischio che qualcosa non funzioni correttamente. E’ proprio quello che è accaduto al piccolo e per questo è stato necessario un intervento d’urgenza. Il bimbo è stato subito trasferito al Policlinico di Milano, che dispone di una delle Terapie intensive neonatali più importanti d’Europa e che ha a disposizione specialisti addestrati a trattare casi così delicati. L’intervento è avvenuto nella notte tra il 24 e il 25 dicembre.

“Nonostante fosse la notte di Natale – aggiunge Leva – in Policlinico eravamo già pronti, come se fosse un giorno qualunque. L’operazione è riuscita perfettamente, e questo anche grazie al lavoro di squadra dei chirurghi con i neonatologi, il personale infermieristico e gli anestesisti”.

“Ora sta bene – conclude Fabio Mosca, direttore della Neonatologia e della Terapia Intensiva Neonatale del Policlinico di Milano – e ha un decorso regolare per un bimbo comunque delicato e che ha bisogno di molte cure. Lo aspetta una degenza lunga, ma grazie all’intervento chirurgico e alle attente cure dei neonatologi tutto si sta risolvendo per il meglio. In futuro lo aspetta una vita assolutamente normale”.


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Buone notizie per disoccupati, cassaintegrati e lavoratori in mobilità, residenti in Toscana: avranno diritto, assieme ai loro familiari a carico, ad altri 365 giorni di esenzione per i ticket di prestazioni specialistiche e ambulatoriali. Tra i requisiti richiesti un reddito familiare non superiore ai 27mila euro. Tutti i dettagli della DELIBERA sono stati pubblicati sul sito della Regione.

Ticket gratuiti per lavoratori disoccupati, in cassa integrazione o in mobilità per tutto il 2017. La Regione Toscana conferma così l’esenzione anche per il prossimo anno, grazie ad una delibera presentata dall’assessore al Diritto alla Salute e al Sociale, Stefania Saccardi, e approvata dalla giunta nel corso dell’ultima seduta del 2016.

Ecco cosa prevede la delibera.

Sono prorogate fino al 31 dicembre 2017 le misure straordinarie di sostegno ai lavoratori colpiti dalla crisi economica. Queste persone, e i loro familiari a carico, residenti in Toscana, avranno diritto all’esenzione per i ticket di prestazioni specialistiche ambulatoriali.

I disoccupati per usufruire di questo diritto dovranno possedere una Dichiarazione di immediata disponibilità presentata al Centro per l’Impiego di competenza. L’esenzione è estesa anche a: lavoratori in cassa integrazione , in contratto di solidarietà difensivo, in mobilità e a tutti i loro familiari a carico. Ogni nucleo familiare dovrà avere un reddito totale non superiore a 27 mila euro.

La sussistenza di tutti i requisiti richiesti, ai sensi del DPR 445/2000, può essere presentata in autocertificazione. I cittadini toscani che hanno usufruito già lo scorso anni di questa agevolazione possono utilizzare le attestazioni rilasciate per il 2016 fino al 31 marzo 2017.

Ma la novità assoluta di quest’anno riguarda gli infortunati sul lavoro: coloro che non sono assicurati INAIL per il periodo dell’infortunio e per le patologie direttamente connessi avranno diritto all’esenzione per i ticket di tutti gli accertamenti di diagnostica per immagini.


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Una terza dose di vaccino e misure di prevenzione e informazione più serrate. Questi i principali contenuti della delibera messa a punto dalla regione Toscana per evitare l’aumento della diffusione dell’infezione da meningococco. Sul sito della regione tutte le informazioni sulla CAMPAGNA CONTRO IL MENINGOCOCCO. Pubblicati i dati del nuovo studio dell’Agenzia Regionale di Sanità, con il supporto dell’Istituto Superiore di Sanità e della Asl Toscana centro. La ricerca è tra le più dettagliate condotte finora.

Tredici morti per meningite in due anni. Tra il 2015 e il 2016, la Toscana ha contato 59 nuovi casi. Sono questi i numeri di una situazione che ha spinto la Regione a dichiarare guerra alla diffusione dell’infezione da meningococco. Tra le nuove misure, una terza dose di vaccino antimeningococco C, tra i 6 e i 9 anni e nuove campagne di informazione.  Il 27 dicembre, la giunta regionale ha approvato una nuova delibera, prorogando al 30 giugno 2017 la campagna straordinaria di vaccinazione già attiva. Finora nella fascia di età 14-20 anni è stato vaccinato il 70-75% dei ragazzi, ma per il governo locale bisogna fare di più, questa percentuale non è ritenuta ancora sufficiente. Dall’inizio del 2015 ad oggi, infatti, in Toscana sono 59 i casi di meningite da meningococco C: 31 nel 2015, 28 nel 2016.

“A partire dal 2015 la Toscana è stata interessata da un significativo aumento dei casi di meningococco C – ha detto l’assessore al diritto alla salute, Stefania Saccardi – Non possiamo definirla un’emergenza, ma comunque una situazione che ha richiesto misure straordinarie. In alcuni casi l’infezione ha colpito bambini o adulti già vaccinati con una dose di vaccino”. Nel 2015, i casi di meningite sono stati complessivamente 38: 31 da meningococco C, 6 B, 1 W, 1 non noto. “ Da qui – ha aggiunto l’assessore – la decisione di adeguare la nostra strategia vaccinale alla peculiarità della situazione”. Nel 2015 sono decedute 7 persone: 6 che avevano contratto il ceppo C e 1 per il ceppo B. Nel 2016 sono decedute 6 persone, tutte per il ceppo C.

Modifica del calendario vaccinale regionale.

In considerazione della possibile caduta dell’immunità indotta dal vaccino, dopo alcuni anni dalla somministrazione, viene introdotta un’ulteriore dose di vaccino nella fascia pediatrica. La prima dose è consigliata dopo il compimento dell’anno di età dal 13° al 15° mese (preferibilmente al 15°), con vaccino coniugato monovalente C. La seconda dai 6 anni compiuti ai 9 non compiuti, con vaccino coniugato monovalente C. La terza e nuova dose a 13 anni compiuti, con vaccino coniugato tetravalente ACWY. Nella fascia di età 9-20 anni (dai 9 compiuti ai 20 non compiuti), ai ragazzi già vaccinati con una dose di vaccino da più di 5 anni, viene garantita l’offerta attiva e gratuita della seconda o della terza dose, con vaccino coniugato tetravalente ACWY. Nella fase di transizione al nuovo calendario vaccinale, viene garantita l’offerta attiva e gratuita della vaccinazione ai non vaccinati di qualsiasi età, fino al compimento dei 20 anni. La situazione è migliore per i nuovi nati: a 24 mesi di età risulta una copertura del 91%.

Le conclusioni dello studio sulla diffusone del meningococco

In seguito all’incremento dei casi di meningite da meningococco C, la Regione Toscana ha avviato indagini epidemiologiche per identificare i gruppi di popolazione più a rischio, verso i quali indirizzare poi gli interventi vaccinali e anche un’indagine per individuare i portatori sani. Entrambe le indagini sono state condotte dall’Ars, l’Agenzia Regionale di Sanità, con il supporto tecnico/scientifico dell’Istituto Superiore di Sanità e della Asl Toscana centro.

Tra il 1 marzo e il 1 giugno 2016 sono stati effettuati 2.287 tamponi orofaringei in un campione di soggetti di età 11-45 anni. La prevalenza di meningococco è risultata pari al 2,5%. “Lo studio effettuato in Toscana rappresenta la più ampia ricerca condotta in Italia sullo stato di portatore di meningococco in adolescenti e adulti” , ha detto Fabio Voller di Ars.

Per quanto riguarda le morti per meningite, lo studio ha evidenziato che l’età ha influenzato la probabilità di decesso. Infatti, l’età media di coloro che hanno perso la vita è di 52 anni. La letalità tra i soggetti non vaccinati è stata del 23.4% , 11 casi su 47, mentre tra i soggetti vaccinati dell’8.3%, 1 caso su 12. Il vaccino ha inoltre determinato un decorso clinico più favorevole. Per i cinque casi verificatisi tra i vaccinati erano passati più di 5 anni dalla data di somministrazione del vaccino, periodo oltre il quale la protezione del vaccino diminuisce sensibilmente, mentre per un caso era passato un periodo troppo breve tra la data di somministrazione del vaccino e l’inizio dei sintomi per sviluppare una corretta risposta immunitaria.

“Questa è, a nostra conoscenza – ha concluso Voller – la più grande indagine epidemiologica di casi di malattia meningococcica condotta sul campo che ha previsto interviste face-to-face, analisi di cartelle cliniche ed epidemiologiche, utilizzo di dati microbiologici e di elementi di field epidemic intelligence. Lo studio ha permesso di individuare categorie di rischio per lo sviluppo di MBI da meningococco C, ovvero gruppi target verso i quali dovranno essere pianificate strategie vaccinali ad hoc al fine di interrompere la catena del contagio”.


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Dall’inizio della campagna vaccinale straordinaria (fine aprile 2015) al 30 novembre 2016, sono state somministrate in totale 735.865 vaccinazioni: 198.731 nella fascia di età 11-20 anni; 333.369 nella fascia 20-45; 203.765 dai 45 anni in su. Al 30 novembre, risulta che abbia aderito il 77% dei pediatri di famiglia e l’86% dei medici di medicina generale.

Con la morte del bambino di 22 mesi di Porcari, deceduto il 29 dicembre al Meyer, in Toscana salgono a 7 le morti per meningite da meningococco C nel 2016. Proprio il giorno precedente l’assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi aveva annunciato tutte le nuove misure messe in atto dalla Regione per contrastare la diffusione del meningococco C. Tra queste, la delibera che modifica il calendario vaccinale, portando a tre le dosi di vaccino per i bambini: la prima fra il 15° e il 13° mese, la seconda tra 6 e 9 anni, la terza a 13 anni compiuti. Il bambino morto stanotte non era stato vaccinato.

“Sono profondamente addolorata per la morte di questo bambino – dice Saccardi – ed esprimo la mia vicinanza alla famiglia. Purtroppo, il bambino non era vaccinato. Proprio ieri, presentando le nuove misure della Regione contro il meningococco C, avevo ribadito l’importanza del vaccino, davvero l’unico mezzo per proteggersi dalla diffusione di questo batterio particolarmente aggressivo. Dopo questa morte, rinnovo ancora una volta il mio appello e invito i genitori a rispettare il calendario vaccinale e a fare ai loro figli tutte le vaccinazioni necessarie. E anche gli adulti a vaccinarsi contro il meningococco C”.

Dall’inizio del 2015 ad oggi, in Toscana sono 60 i casi di meningite da meningococco C: 31 nel 2015, 29 nel 2016. Nel 2015, i casi di meningite notificati sono stati complessivamente 38: 31 da meningococco C, 6 B, 1 W, 1 non noto. Nel 2016, ad oggi i casi notificati sono 38: 29 di ceppo C, 6 B, 1 W, 1 X, 1 non tipizzabile. Tra questi, non sono compresi i casi di meningite pneumococcica, patologia che non può essere messa in relazione con i casi di meningite di tipo B o C registrati negli ultimi mesi in Toscana.

Nel 2015 sono decedute 7 persone: 6 che avevano contratto il ceppo C e 1 per il ceppo B. Nel 2016 sono decedute 7 persone, tutte per il ceppo C.

Dall’inizio della campagna vaccinale straordinaria (fine aprile 2015) al 30 novembre 2016, sono state somministrate in totale 735.865 vaccinazioni: 198.731 nella fascia di età 11-20 anni; 333.369 nella fascia 20-45; 203.765 dai 45 anni in su. Al 30 novembre, risulta che abbia aderito il 77% dei pediatri di famiglia e l’86% dei medici di medicina generale.

Per quanto riguarda i nuovi nati (che non rientrano nella campagna straordinaria di vaccinazione), a 24 mesi di età (quindi nati nel 2013) risulta una copertura del 91%.


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L’influenza è arrivata, ma siamo sempre in tempo a prevenirla o ad affrontarla meglio…

Baci e abbracci prima e durante le festività natalizie hanno colpito in fatto di contagi: sono 438.600, gli italiani che si stima siano stati colpiti dall’influenza nella settimana fra il 19 e il 25 dicembre, secondo l’ultimo monitoraggio della rete Influnet coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss) grazie alle segnalazioni di 693 medici ‘sentinella’.

Un brusco aumento rispetto alla settimana precedente, in cui erano stati 261.800, quasi 177.000 in più, con la curva epidemica dell’influenza che anticipa l’ascesa rispetto alle precedenti stagioni e che porta i casi complessivi dall’inizio della sorveglianza, a metà ottobre, a un totale di 1.329.900.

Ad essere più colpiti bambini e ragazzi, per i quali l’incidenza è raddoppiata rispetto alla settimana fra il 12 e il 18 dicembre. Se infatti il valore dell’incidenza totale è pari a 7,23 casi per mille assistiti, nella fascia di età 0-4 anni è pari invece a 21,10 casi per mille assistiti, in quella 5-14 anni a 13,51, mentre scende nella fascia 15-64 anni a 5,99.

In tutte le Regioni italiane – evidenzia il rapporto Influnet – è iniziato il periodo epidemico, tranne in Basilicata. In Piemonte, Valle d’Aosta, nella provincia autonoma di Trento, in Emilia- Romagna, nelle Marche e in Campania si osserva un’incidenza pari o superiore a 10 casi per mille assistiti, anche se si specifica che l’incidenza in alcune regioni è fortemente influenzata dal ristretto numero di medici e pediatri che hanno inviato i loro dati.

ANSA


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Il sintomo più evidente è il pallore, ma spesso è accompagnato anche da facilità a stancarsi e disturbi della concentrazione. La sideropenia latente, o il deficit di ferro, è un problema «molto diffuso soprattutto in bimbi sotto i tre anni» ma non va sottovalutato.

Il minor ferro a disposizione, infatti, «rischia di compromettere la sintesi dell’emoglobina» e «a lungo termine può portare rendimenti scolastici minori e ritardo nello sviluppo psicomotorio, oltre a una minor efficienza del sistema immunitario, fino ad arrivare all’anemia». A spiegarlo è Gian Vincenzo Zuccotti, Ordinario di pediatria all’Università di Milano e direttore del Dipartimento Pediatrico Ospedale dei Bambini V. Buzzi.

«E’ importante – sottolinea – individuare la carenza di ferro, prima che diventi emergenza. Per farlo, basta un emocromo e una ferritinemia prescritta dal pediatria. Ma è importante anche prevenire». Occhi puntati quindi sull’alimentazione, in particolare nei primi 36 mesi di vita, come ricordano anche le Linee di Indirizzo pubblicate dal Ministero dello Salute frutto di un tavolo tecnico a cui hanno partecipato anche le società scientifiche pediatriche.

«Il principale errore – spiega il professore – è trattare il bimbo come un “piccolo adulto”. Spesso già dopo i 12 mesi viene alimentato con gli stessi errori che gli adulti hanno per sé», ovvero diete restrittive o oppure troppo ricche di proteine. Tra gli errori più frequenti, l’uso di latte vaccino dopo lo svezzamento.

«Va sempre evitato nel primo anno di vita e possibilmente fino al secondo. Non solo perché ha meno ferro – chiarisce – quanto perché il ferro presente è molto meno biodisponibile, ovvero viene assimilato molto meno, rispetto a quello presente nel latte materno o nei latti in formula (per bimbi sotto i 12 mesi) e di crescita (destinati a bimbi da 12 a 36 mesi)».

«No anche, conclude Zuccotti», «a somministrare regolarmente bevande di origine vegetale come il “latte” di riso, molto ricco di carboidrati e povero di altri elementi, come il ferro».

ANSA


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Tra le donne italiane c’è poca consapevolezza sulla menopausa. Un’italiana su tre non ha mai ricevuto informazioni a riguardo. Il 23% vorrebbe invece conoscere meglio quali sono i principali fattori di rischio per la salute.

Per questo la Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO) ha pubblicato la guida “Menopausa Meno…Male Scopri come Viverla al Meglio”, la prima interamente dedicata a questa delicata fase della vita femminile. Nelle prossime settimane sarà distribuita nei reparti di ginecologia di ospedali, consultori e ambulatori di medici specialisti e di medicina generale di tutto il territorio nazionale.

«La menopausa non deve più essere considerata un tabù o un sinonimo esclusivo di invecchiamento – afferma Paolo Scollo Presidente Nazionale SIGO -. Oggi grazie all’allungamento dell’aspettativa di vita, a poche e semplici regole di prevenzione e alle terapie innovative, è possibile mantenere inalterata la qualità di vita anche dopo la fine del ciclo mestruale. Con questo opuscolo vogliamo fornire un valido supporto e uno strumento di informazione per tutte le donne».

ANSA


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