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In vista dell’approssimarsi delle festività natalizie la Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale ha elaborato 10 suggerimenti con messaggi educazionali su alimentazione, tempo libero e sicurezza dentro e fuori casa.

Panettoni, pandori, torroni, cioccolatini, frutta secca e tante altre prelibatezze. Non solo. Mercatini, strade addobbate a festa, luci e suoni che invadono le vie delle città: i bambini sono ormai pronti a tuffarsi nella magica atmosfera del Natale. La festa sognata tutto l’anno dai più piccoli è ormai alle porte e i bimbi sono impazienti di scartare i propri regali sotto l’albero.

In occasione delle festività di Natale e Capodanno, la Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale fornisce ai genitori utili consigli per trascorrere questi giorni ‘a misura di bimbo’, stilando un decalogo per mamme e papà che contiene importanti messaggi educazionali per ciò che riguarda l’alimentazione, il tempo libero e la sicurezza dentro e fuori le mura domestiche.

“Il Natale – afferma il Dottor Giuseppe Di Mauro, Presidente SIPPS – rappresenta un importante momento da trascorrere in famiglia, cercando di vivere momenti di gioia e serenità. La salute dei nostri figli è importante, sia quella fisica sia quella legata al benessere psico-emotivo. Durante questi giorni di vacanza, allo svago, al gioco e alla distrazione i bambini dovrebbero dedicare il proprio tempo anche ad attività che spesso tralasciano: il riposo, ad esempio, è fondamentale per i più piccoli, così come si dovrebbe evitare di esporli a dannosi stimoli sonori. L’auspicio è che le festività natalizie, oltre a lasciare un bel ricordo, siano vissute all’insegna della serenità e del recupero di tanti valori che oggi sembrano persi ma dei quali la nostra società ha davvero bisogno, anche per guardare al nuovo anno con la maggior fiducia possibile”.

Questo il decalogo della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale:

– Insegnare ai bambini il rispetto degli altri e dare loro esempio attraverso un gesto di solidarietà può essere un modo semplice ed efficace per trasmettere loro il significato più profondo di questi giorni di vacanza. Il Natale dovrebbe infatti essere la festa della condivisione e della fratellanza.

– Mai discutere di fronte ai propri bambini. Lo stato d’animo dei genitori si ripercuote, inevitabilmente, su tutta la famiglia e spesso le festività natalizie si trasformano in un pretesto per dare sfogo a conflitti e tensioni spesso sopite. Le vacanze diventino, dunque, un momento di convivialità e di unione.

– Leggere sempre con attenzione le etichette degli alimenti: è una buona abitudine da trasmettere ai propri figli per renderli consapevoli di cosa stanno mangiando. Da non trascurare, ovviamente, le etichette e il foglietto illustrativo dei farmaci: rivolgersi sempre al pediatra per il loro corretto utilizzo e in caso di dubbi.

– Dare alla frutta un ruolo di primo piano sulle tavole imbandite. Arance, mandarini, mele, pere, melograni, ad esempio, apportano sempre un tocco di colore e allegria e, pur rispettando le tradizioni di ogni Regione, non bisogna far mancare ai bimbi un giusto apporto di fibre, vitamine e sali minerali.

– Evitare assolutamente gli eccessi alimentari. Ogni anno i Pronto Soccorso registrano casi di bimbi ‘intossicati’ a causa delle abbuffate natalizie.

– Diversificare il più possibile le attività. Inoltre, i bambini che vanno a scuola, dovrebbero fare i compiti un po’ alla volta per renderli meno pesanti.

– Non fate diventare i piccoli schiavi della tecnologia: davanti a cartoni animati, computer e videogiochi, i bambini si incantano, senza poi contare quelli che ormai hanno sempre lo smartphone in mano. Portate i vostri figli almeno un paio d’ore all’aria aperta o invitate a casa i loro amici.

– Trovare una via di mezzo tra la monotonia e i sovraccarichi di ogni genere. Passati i 15-18 mesi qualche trasgressione può essere concessa, ma l’organismo del bambino necessita di regolarità.

– Comprare giocattoli a norma e dunque certificati dal marchio CE, puntando al loro corretto utilizzo. La sicurezza riguarda poi anche lo sport: bisogna rispettare le norme basilari (comportamentali, gradualità, eventuale appoggio a un istruttore) fare uso di opportune dotazioni protettive, oltre ad alcune abitudini, come quella dei fuochi di Capodanno, purtroppo funestate da incidenti ogni 31 dicembre.


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La Società italiana di gerontologia e geriatria riunita a Congresso “innalza” l’età simbolica dell’ingresso nella terza età.

Anziani? Ormai lo si è dai 75 anni in su. A cambiare lo standard è la Società italiana di gerontologia e geriatria (Sigg) riunita in Congresso a Roma. “Un 65enne di oggi ha la forma fisica e cognitiva di un 40-45enne di 30 anni fa. E un 75enne quella di un individuo che aveva 55 anni nel 1980”, spiega all’Ansa Niccolò Marchionni, professore ordinario dell’Università di Firenze e direttore del dipartimento cardiovascolare dell’Ospedale Careggi.

“Oggi alziamo l’asticella dell’età a una soglia adattata alle attuali aspettative di vita nei Paesi con sviluppo avanzato”, dice Marchionni. “I dati demografici ci dicono che in Italia l’aspettativa di vita è aumentata di circa 20 anni rispetto alla prima decade del 1900. Non solo, larga parte della popolazione tra i 60 e i 75 anni è in ottima forma e priva di malattie – aggiunge – per l’effetto ritardato dello sviluppo di malattie e dell’età di morte”.

I geriatri insomma lanciano l’adozione di una definizione dinamica del concetto di “anzianità” che si adatti “alle mutate condizioni demografiche ed epidemiologiche. E tenendo contro che scientificamente si è anziani quando si ha un’aspettativa media di vita di dieci anni”.

Attualmente le indagini statistiche individuano nella media di 85 anni la longevità per le donne, e di 82-83 per gli uomini. “Del resto la realtà è sotto gli occhi di tutti – conclude Marchionni – una persona che ha 65 anni ai giorni nostri non si riesce proprio più a percepirla come ‘anziana’”.


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L’influenza inizia a farsi sentire. In Italia, nella 47a settimana del 2018, il livello di incidenza totale è pari a 2,28 casi per mille assistiti, sotto la soglia che determina l’inizio del periodo epidemico.

Il numero di casi stimati in questa settimana è pari a circa 138.000, per un totale, dall’inizio della sorveglianza, di circa 505.000 casi.

In Piemonte, Liguria, Lombardia, Toscana, Abruzzo e Sicilia è stata superata la soglia epidemica nazionale.
 
Rispetto allo stesso periodo del 2017 si registrano 28 mila casi in più.

I nostri consigli, perché PREVENIRE E’ MEGLIO CHE CURARE

Vaccinazione. Siamo ancora in tempo per la vaccinazione antinfluenzale, particolarmente raccomandata per i bambini, gli anziani e le persone con particolari patologie.

Rinforzare le difese immunitarie. Stimolare ed alzare le difese immunitarie può proteggere dalle sindromi influenzali e diminuire gli effetti delle patologie invernali

Coprirsi. Sembra scontato, ma vestirsi a strati ed evitare il freddo prevengono molte delle sindromi parainfluenzali


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Anche per i bambini, come per gli adulti, sovrappeso e obesità incrementano il rischio di sviluppare asma.

Bambini e adolescenti in sovrappeso o obesi hanno maggiori probabilità di sviluppare asma. Il dato arriva da uno studio USA che ha coinvolto più di 500 mila tra bambini e adolescenti. Già alcuni studi avevano acceso i riflettori sul rapporto tra obesità e asma negli adulti. Per quanto riguarda i ragazzi, invece, ad oggi le evidenze degli studi sono state contrastanti.

Lo studio

Jason Lang e colleghi, della Duke University School of Medicine di Durham, in North Carolina, hanno osservato questo ampio campione per un media di quattro anni. I ragazzi avevano un’età compresa tra i 2 e i 17 anni. Circa l’8% dei partecipanti allo studio aveva ricevuto una diagnosi di asma. Rispetto ai bambini con un peso sano, quelli sovrappeso presentavano il 17% in più delle probabilità di avere una diagnosi di asma e quelli obesi il 26% in più.

Quando i ricercatori hanno esaminato la correlazione tra asma e obesità anche sulla base della spirometria, il legame si è dimostrato più forte. L’obesità è stata associata a un rischio aumentato del 29% di asma sulla base dei criteri diagnostici più rigidi.

I commenti

“Lo studio non è stato concepito per dimostrare se o come il sovrappeso potrebbe direttamente causare l’asma, ma i risultati offrono alcune evidenze, ad oggi tra le più convincenti, cheesiste una connessione”, dice Jason Lang.”Alcuni studiosi hanno ipotizzato che una crescita anomala dei polmoni associata all’obesità produca un’ostruzione del flusso dell’aria”, aggiunto. Diversi studi hanno mostrato che i sintomi asmatici migliorano con il dimagrimento, ma il meccanismo alla base è ignoto”. I ricercatori hanno stimato che dal 23 al 27% di nuovi casi di asma nei bambini potrebbero essere direttamente attribuibili all’obesità.

Pediatrics 2018


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Assumere caffeina oltre le dosi consigliate durante la gravidanza, aumenta il rischio di partorire bimbi più piccoli rispetto alle donne che non assumono questa sostanza, presente sia nel caffè, sia nel tè.

Le donne in gravidanza che consumano caffeina – bevendo caffè o tè – partoriscono bambini più piccoli rispetto a quelle che non assumono questa sostanza durante i nove mesi. È quanto emerge da uno studio irlandese.

Lo studio

Il team guidato da Ling-Wei Chen, ricercatore presso lo University College Dublin in Irlanda, ha esaminato 941 coppie madre-figlio nate in Irlanda. Quasi la metà delle madri partecipanti beveva tè, mentre il 40% consumava caffè.

A ogni 100 mg di caffeina assunti quotidianamente durante il primo trimestre di gravidanza, si associava un peso inferiore alla nascita di 72 grammi, nonché un’età gestazionale, una lunghezza alla nascita e una circonferenza della testa significativamente inferiori.

I ricercatori hanno osservato che le partecipanti che avevano assunto la dose più alta di caffeina partorivano bambini che pesavano circa 170 grammi in meno rispetto a quelle che ne avevano consumato il quantitativo minore. Non sono state riscontrate differenze nei risultati in merito alla fonte di caffeina, tè o caffè.

Anche le donne che avevano assunto meno di 200 mg di caffeina, la soglia di sicurezza durante la gravidanza secondo  l’American College of Obstetricians and Gynecologists (Acog), presentavano un rischio significativamente aumentato di parto prematuro o di dare alla luce un bambino sottopeso.

I commenti

“Un elevato consumo di caffeina può determinare una diminuzione del flusso sanguigno nella placenta, che successivamente può influire sulla crescita del feto”, spiega Chen. “Inoltre, la caffeina può attraversare la placenta rapidamente e, poiché la clearance rallenta man mano che va avanti la gravidanza, il suo accumulo può interessare i tessuti fetali”.

Fonte: American Journal of Clinical Nutrition 2018


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martedì 20

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Tra farmaci, alimenti e prestazioni mediche abusive numerosi i controlli a tappeto effettuati dai Carabinieri negli ultimi tre mesi. Accertati 243 esiti non conformi, pari al 51% delle aziende ispezionate.

Una vasta e articolata campagna di controllo delle vendite on line, effettuata dai Carabinieri dei Nas e, in particolare, il Reparto Operativo Centrale, il Nucleo AIFA e i nuclei territoriali ha consentito di accertare 243 esiti non conformi, pari al 51% delle aziende ispezionate.

Nei tre mesi di monitoraggio, su oltre 650 siti web, sono state, infatti, rilevate criticità nell’offerta on-line di prestazioni mediche da parte di soggetti non abilitati all’esercizio della professione sanitaria e la conseguente denuncia all’Autorità Giudiziaria di 2 persone con l’accusa di tentato esercizio abusivo della professione sanitaria.

Le verifiche mirate al controllo della filiera del farmaco, inoltre, ha consentito di rilevare 153 situazioni non regolari. In particolare, il fenomeno più preoccupante riguarda farmaci venduti su canali totalmente illegali e anonimi, con altissimo rischio per l’acquirente.

Complessivamente sono stati intercettati oltre 2.000 plichi/pacchi postali contenenti farmaci non dichiarati ed il conseguente sequestro di 4.000 confezioni e 111.000 di fiale e compresse di medicinali destinati al trattamento di disfunzioni erettili, calvizie e controllo del peso che ha avuto, come conseguenza, la successiva denuncia di 256 persone. Un altro versante di irregolarità ha interessato aziende che promuovevano la vendita a distanza di medicinali, per 80 aziende è scattata la sanzione pecuniaria.

Anche nell’ambito della sicurezza alimentare sono stati effettuati controlli sulle vendite on-line, sono state accertate 87 irregolarità e denunciati 5 titolari di aziende per reati di frode in commercio e detenzione di alimenti in cattivo stato di conservazione. Inoltre, sono state notificate denunce nei confronti di 73 operatori per irregolarità di natura strutturale, igienico-sanitaria, tracciabilità ed etichettatura, tra cui l’omessa indicazione degli ingredienti e degli allergeni in essi contenuti. A causa di tali violazioni sono state sequestrate 11.400 confezioni irregolarmente destinate alla vendita on line.

Sempre nella filiera agroalimentare, sono stati individuati anche siti web che promuovevano la vendita di prodotti destinati all’uso agricolo (pesticidi, diserbanti) con principi attivi soggetti a restrizioni, offerti su siti internet, senza alcun vaglio dell’abilitazione dell’acquirente, privi dell’etichettatura corretta o in assenza di autorizzazione ministeriali.


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La parola d’ordine è smettere di fumare

L’Italia rischia di detenere un triste primato, ovvero quello del più alto indice di malattie cardiovascolari che rappresentano la principale causa di morte di tutti i decessi. Le raccomandazioni più frequenti riguardano un’attenzione particolare da porre al regime alimentare e allo stile di vita, che deve essere improntato ad una maggiore attività fisica e all’eliminazione di pratiche poco salutari come l’alcol e il fumo. E proprio il fumo di sigaretta è tra le cause principali dell’insorgenza di malattie cardiovascolari, ma in Italia i fumatori rappresentano ancora il 23% della popolazione.

A puntare i riflettori sul tema l’incontro “Bacco, Tabacco ed Eros: un cocktail letale o un elisir di lunga vita?” organizzato nella Capitale nell’ambito della XV edizione di Romacuore, manifestazione dedicata ai progressi della medicina cardiologica.

“Roma Cuore rappresenta un importantissimo momento di confronto e discussione sul mondo della cardiologia – ha spiegato Giuseppe Germanò, Responsabile del Servizio Speciale di Semeiotica Medica V/Fisiopatologia del Ricambio Lipidico presso il Dipartimento di Scienze Cardiovascolari, Respiratorie, Geriatriche e Nefrologiche dell’Università La Sapienza di Roma –  soprattutto in virtù del fatto che proprio le malattie cardiovascolari rappresentano ancora oggi la principale causa di morte nel nostro Paese, essendo responsabili del 44% di tutti i decessi. Uno stile di vita sano, attività sportiva costante e buona alimentazione possono aiutare il nostro organismo a ridurre il rischio di fare ammalare il nostro cuore così come eliminare i brutti vizi, come il consumo eccessivo di alcool e il fumo”.

Per attività fisica non bisogna necessariamente immaginare pesanti e prolungati sforzi atletici, specie se non si è abituati a sostenerli, ricordano gli esperti. Una camminata veloce, ad esempio, aiuta a rinforzare il miocardio.

Nemico del cuore resta il fumo, come spiega Johan Rossi Mason, autrice del libro “Senti chi fuma: la spinta gentile alla cessazione”. “Il fumo è senza dubbio una delle principali cause dell’insorgenza di malattie cardiovascolari – ha affermato – tuttavia, nonostante i danni di questa cattiva abitudine siano chiari ai più, il numero di fumatori in Italia è costante e pari a circa il 23% della popolazione. Sul territorio italiano sono dislocati 366 centri antifumo a cui si rivolgono 16 mila fumatori ogni anno con un tasso di successo del 45%. Calcolatrice alla mano smettono grazie a questo aiuto circa 8mila persone, mentre rimangono legati alle sigarette più di 12 milioni. Tutti gli altri provano con il ‘fai da te’ spesso ricadendo nella dipendenza. Nel libro per la prima volta abbiamo affrontato il tema della cessazione ascoltando i diretti interessati: i fumatori. E ipotizzando che le attuali proposte non siano ‘ricevibili dai fumatori troppo spesso abbandonati a loro stessi con un problema che vivono come ambivalente, divisi come sono tra il piacere e la soddisfazione immediata e i rischi per la salute”.

Fermo restando che la scelta migliore è quella di smettere di fumare, tuttavia tra gli esperti si fa largo un approccio più pragmatico al problema. “È chiaro che come medico sostengo fortemente che la scelta d’elezione della classe medica debba essere la cessazione – ha concluso Germanò – ma dobbiamo adottare un approccio pragmatico sul fumo, offrendo a quei fumatori adulti che altrimenti continuerebbero a fumare delle soluzioni alternative che, eliminando la combustione e quindi la gran parte dei composti nocivi delle sigarette, hanno il potenziale di ridurre il rischio di contrarre malattie fumo correlate”.


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