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Croce e delizia dell’età che avanza, le rughe non dipendono tanto dall’attività facciale o dal livello di collagene, ma dall’idratazione della pelle. È infatti proprio l’idratazione a giocare un ruolo importante nel loro sviluppo e questo vale in particolare per le micro-rughe sulla superficie che possono diventare molto più profonde, più grandi e più visibili quando lo strato più esterno della pelle – detto strato corneo – diventa più secco.

Ciò può facilmente verificarsi a seguito di condizioni ambientali più asciutte (ad esempio, una stanza riscaldata o un volo a lungo raggio). A evidenziarlo è uno studio dell’Università inglese di Southampton insieme a quella sudafricana di Cape Town, in collaborazione con l’ateneo di Stanford negli Usa. Per la ricerca, pubblicata sulla rivista Soft Matter, sono stati sviluppati una serie di modelli computerizzati quantitativi per creare caratterizzazioni tridimensionali delle rughe della pelle.

«Lo strato più esterno della nostra pelle è composto principalmente da cellule morte legate da lipidi», afferma Georges Limbert, autore principale della ricerca. «Questo strato molto sottile svolge un ruolo chiave nel determinare le caratteristiche delle micro-rughe della pelle, anche nelle persone più giovani». «Con la diminuzione dell’umidità relativa, questo strato esterno diventa più secco e più rigido – conclude – quando questo accade, le micro-rughe sulla superficie della pelle, indotte da azioni dei muscoli facciali come il sorriso, diventano molto più profonde, più grandi e, quindi, più visibili. Ciò può accadere nel giro di poche ore, quindi la risposta immediata è mantenere la pelle idratata».

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Il 58% dei bambini beve meno di un litro d’acqua al giorno, e solo un genitore su due si informa su quanta acqua abbiano assunto i propri figli.

Lo hanno affermato gli esperti durante il convegno ‘Bere bene per crescere bene’ oggi a Roma, durante la quale è stato presentato il primo decalogo su idratazione e bambini.

Secondo i dati presentati, frutto di una ricerca Gfk commissionata dal gruppo Sanpellegrino, un genitore su tre non conosce il corretto fabbisogno idrico dei bambini, uno su due considera un’idratazione corretta tra le principali leve per la salute e quattro su cinque dichiarano che i figli bevono solo quando hanno sete, cioè quando sono già disidratati. Anche per i bambini invece, spiega il decalogo realizzato dalla Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale, la regola è bere almeno otto bicchieri da 150 millilitri di acqua al giorno.

«Vorremmo che i genitori e il mondo della scuola recepissero il messaggio alla base dell’iniziativa – afferma Giuseppe Di Mauro, presidente Sipps – e cioè che una corretta idratazione è fondamentale per una sana crescita, al contrario una idratazione inadeguata è associata al peggioramento dello stato di salute».

L’insufficiente assunzione di acqua, ricorda Umberto Solimene, presidente della Federazione Mondiale del Termalismo (Femtec) è associata anche a un rischio maggiore di obesità. «I risultati di questa indagine ci fanno riflettere sulla necessità di colmare una lacuna informativa e di consapevolezza non solo dei genitori ma della popolazione generale».

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