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Utilizzando delle cellule staminali rese “immortali”, e dunque riutilizzabili, è possibile produrre sangue in laboratorio in una quantità sufficiente per le trasfusioni.

Lo ha dimostrato uno studio coordinato dall’università di Bristol pubblicato dalla rivista Nature Communications, secondo cui il sangue ottenuto in questo modo potrebbe essere usato per chi ha gruppi estremamente rari.

Il “sangue artificiale”, spiegano gli autori, può già essere prodotto a partire da staminali che però nel processo muoiono, rendendo impossibile ottenere quantità elevate. I ricercatori hanno sviluppato un processo che a partire da staminali adulte ottiene cellule eritroidi, quelle che fanno da precursore ai globuli rossi, capaci di replicarsi, e quindi “immortali”. Nei test di laboratorio sono stati ottenuti “litri” di globuli rossi, spiega l’autore principale alla Bbc, mentre i test di sicurezza su eventuali trasfusioni con questo “sangue artificiale” inizieranno entro l’anno, con l’obiettivo di usarli per le persone, di solito immigrati, che hanno caratteristiche del sangue come la presenza o l’assenza di proteine che rendono impossibili le trasfusioni.

«Il primo uso terapeutico di globuli rossi prodotti in questo modo» spiega David Anstee «sarà probabilmente per pazienti con gruppi sanguigni rari, per cui la donazione tradizionale può essere una fonte difficile».

ANSA


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Funziona la prima cellula staminale sintetica.

È stata realizzata per ottenere tutti i benefici delle cellule staminali, eliminando i rischi. Questa prima versione è una cellula cardiaca, ma la tecnica permette di ottenere cellule staminali artificiali di molti altri organi e tessuti.

Descritto su Nature Communications, il risultato si deve al gruppo coordinato da Ke Cheng, della North Carolina State University. Trapiantate in topi con infarto del miocardio, queste cellule si sono legate ai tessuti cardiaci e hanno riparato quelli danneggiati, con una efficacia paragonabile a quella delle cellule staminali cardiache.

Le terapie con le cellule staminali rappresentano una strategia promettente nel campo della medicina rigenerativa. Queste cellule, infatti, possono riparare tessuti o organi danneggiati, grazie alla secrezione di proteine con proprietà rigenerative. Tuttavia il trapianto di queste cellule è associato con il rischio di sviluppo di tumori e rigetto immunitario. Le cellule staminali artificiali invece hanno le stesse funzioni di riparazione dei tessuti ma senza rischi.

Sono state ottenute con un materiale biodegradabile chiamato Plga (acido lattico co-glicolico) nel quale sono stati aggiunte le proteine prodotte da staminali cardiache umane in coltura. Infine, queste cellule sono state rivestite con la membrana delle cellule staminali cardiache.

ANSA


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