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Si tratta della tecnologia nata per scopi militari degli “smart glasses” provvisti di telecamera, microfono integrato e connessione wireless per le sedute operatorie. In particolare è stato effettuato un sofisticato intervento di chiusura percutanea dell’auricola sinistra del cuore con l’inserimento di un piccolo dispositivo “Watchman”, avvalendosi, per la prima volta in Europa, della supervisione a distanza.

Le sale operatorie diventano sempre più tecnologiche grazie a dispositivi Hi Tech che consentono ai medici di effettuare interventi evoluti e di ricevere assistenza e supporto a distanza in condizioni di massima sicurezza per i pazienti.

All’Ospedale “Sant’Andrea” di Vercelli pochi giorni fa è stato effettuato il primo intervento in Europa con l’ausilio della tecnologia degli “smart glasses”. L’equipe ha utilizzato gli “occhiali intelligenti” provvisti di telecamera, microfono integrato e connessione wireless per le sedute operatorie proprio come nell’ultimo “futuristico” spot pubblicitario di una nota compagnia telefonica che ha scelto come testimonial un cardiochirurgo, Francesco Musumeci.

In particolare è stato effettuato un sofisticato intervento di chiusura percutanea dell’auricola sinistra del cuore con l’inserimento di un piccolo dispositivo “Watchman”, avvalendosi, per la prima volta in Europa, della supervisione a distanza. Gli occhiali “smart” sono stati indossati da un medico dell’equipe di Cardiologia vercellese che ha condotto tecnicamente l’intervento sul paziente, mentre Fabrizio Ugo ha potuto seguire da un’altra sede l’intera seduta operatoria guidando, passo per passo, il collega in tutte le fasi dell’impianto. L’intervento è durato meno di un’ora ed il paziente è stato dimesso dopo un giorno.

I nuovi occhiali intelligenti, nati dalla collaborazione fra Boston Scientific International e Rods&Cones, funzionano grazie ad una tecnologia di telecomunicazioni a banda larga, si collegano ad uno smartphone e hanno una telecamera con zoom ottico 6x posizionata centralmente che offre all’operatore una visione reale del campo visivo. Permettono quindi di mostrare in tempo reale interventi condotti presso l’ospedale e offrire assistenza e supporto a medici di tutto il mondo, ma anche di promuovere training a distanza e di condividere in diretta esperienze di pratica clinica quotidiana.

“Questi occhiali – spiega Ugo – permettono una rapida connessione con la sala operatoria, e in un attimo si è catapultati all’interno. Si possono seguire tutte le fasi di un intervento e condividere opinioni ed indicazioni. È stato emozionante poter comunicare a distanza con il collega che era in sala e essere “i suoi occhi” per poter guidare così in totale sicurezza l’intervento”.

Grande soddisfazione espressa dall’intero team che ha partecipato all’intervento (Elettrofisiologi, Emodinamisti, Anestesisti) effettuato in piena sicurezza e comfort per il paziente, e che riconferma l’apertura e la propensione all’innovazione dell’Ospedale “Sant’Andrea” di Vercelli.

“Per la prima volta in Europa abbiamo utilizzato una tecnologia nata con scopi militari che abbiamo traslato in ambito medico/chirurgico. Nella fattispecie in ambito interventistico per un’operazione al cuore”.

“Un grandissimo successo per tutto l’Ospedale e per la nostra Cardiologia che si conferma essere sempre più all’avanguardia per interventi complessi e con l’ausilio di nuove tecnologie, che mai come in questo periodo possono davvero garantire la massima efficienza in termini di risultati esponendo ad un sempre minor rischio i pazienti ed anche gli operatori sanitari”.


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La bambina aveva già subito in passato tre interventi cardiochirurgici a cuore aperto. Il team dell’ospedale Regina Margherita di Torino ha ripristinato la pervietà dell’arteria polmonare.

È stata salvata una bimba di 6 anni che viveva praticamente con un solo polmone, il destro, perché l’arteria che porta il sangue al polmone sinistro era completamente occlusa e quindi il sangue non arrivava al polmone stesso.

La piccola era nata con una rarissima e gravissima cardiopatia congenita,con trasposizione dei vasi, ovvero con l’aorta e l’arteria polmonare invertite rispetto ai ventricoli cardiaci, ed inoltre l’arteria polmonare sinistra chiusa che non portava il sangue al polmone sinistro.

Come se non bastasse aveva anche un restringimento dell’aorta. Per questo motivo era stata sottoposta a tre interventi cardiochirurgici a cuore aperto per la ricostruzione dell’aorta ascendente e dei rami polmonari: il primo alla nascita, il secondo a 2 anni ed il terzo a 4 anni.

Nonostante ciò all’età di 5 anni si è verificata l’occlusione completa dell’arteria che porta il sangue al polmone sinistro, causando una sintomatologia evidente, in quanto di fatto solo il polmone destro funzionava regolarmente.

La bimba, che si affaticava e si ammalava frequentemente, respirava quindi con un polmone solo. Per questo motivo con una delicata procedura percutanea non invasiva di circa tre ore l’arteria occlusa è stata riaperta grazie all’utilizzo di materiali molto particolari.

Partendo dall’inguine e seguendo i vasi sanguigni la cardiologa Gabriella Agnoletti (Direttore della Cardiologia dell’ospedale Infantile Regina Margherita) è arrivata fino all’arteria polmonare e con una sorta di “trapano”, che utilizza un’energia a radiofrequenza, ha aperto un passaggio che poi è stato dilatato con utilizzo di materiali abitualmente impiegati per riaprire le coronarie nell’adulto.

Infine è stato posizionato uno stent metallico nel nuovo passaggio per garantirne la pervietà futura.

Non sono mai stati riportati in passato casi come questo di pazienti né pediatrici né adulti con un’occlusione di un intero polmone che perdurava da oltre due anni. L’intervento è tecnicamente riuscito.

La bimba ora sta bene ed in futuro potrà avere una vita del tutto normale.


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Eseguita con successo da Cardiochirurghi del Gemelli di Roma, rarissima operazione a cuore aperto in una paziente quasi centenaria, che aveva sviluppato una grave malattia della valvola aortica. L’anziana donna ha fatto ritorno a casa e sta bene.

Un intervento a cuore aperto e salvavita a una valvola cardiaca effettuato con successo su una paziente quasi centenaria.  L’eccezionale e rara operazione è stata eseguita presso il Policlinico Universitario A. Gemelli di Roma dall’equipe della UOC di Cardiochirurgia diretta da Massimo Massetti, Ordinario di cardiochirurgia all’Università Cattolica del Sacro Cuore.

La paziente, nata nel 1920 e molto attiva, aveva sviluppato una grave malattia della valvola aortica (stenosi valvolare aortica serrata) che l’aveva ridotta a uno stato di grave sofferenza con affanno e mancanza del respiro dopo minimi sforzi. L’anziana signora, motivata a farsi curare, è stata assistita dall’equipe di Filippo Crea, ordinario di Cardiologia all’Università Cattolica  e direttore del Polo di Scienze cardiovascolari e toraciche, nel Percorso Clinico delle Valvulopatie (Heart Valve Clinic) del Policlinico Universitario A. Gemelli.

Questo percorso clinico, tra i pochi esistenti in Europa, è costituito da numerosi specialisti con competenze specifiche nelle patologie delle valvole cardiache. Cardiologi Clinici e Interventisti, Aritmologi, Cardioanestesisti, Fisiatri insieme ai Cardiochirurghi, hanno approfondito la diagnosi, decidendo durante le quotidiane riunioni dell’Heart Team del Gemelli, la terapia più idonea all’anziana paziente resa particolarmente fragile dalla malattia. Dopo un’adeguata preparazione, il delicato intervento chirurgico è stato eseguito con una tecnica originale micro-invasiva che comporta un’incisione di 2 cm sul torace utilizzando le tecnologie più innovative tra le quali la modernissima sala operatoria ibrida di cui è dotato il Polo di Scienze cardiovascolari del Policlinico.

La paziente quasi centenaria ha superato brillantemente l’intervento e l’immediato post-operatorio grazie anche alle cure dei cardio-rianimatori del Gemelli diretti da Franco Cavaliere e dopo una settimana di degenza e un periodo di riabilitazione, è tornata a casa in piena autonomia.

“Questo approccio – spiega Massetti – è stato realizzato sulla paziente come un sarto confeziona un abito su misura e il limite dell’età è stato superato grazie alla grande collaborazione di tutti gli specialisti che hanno messo in sinergia le proprie competenze per realizzare questo intervento chirurgico salvavita”.

“L’invecchiamento della popolazione italiana – commenta Antonio Rebuzzi, Direttore dell’Unità Intensiva Cardiologica del Policlinico – richiede continue sfide che i medici possono affrontare non solo introducendo nuove terapie, ma anche modificando la gestione centrata sul paziente all’interno dell’ospedale. La creazione di percorsi clinici specifici per ogni patologia cardiaca insieme a una ristrutturazione dei reparti, degli ambulatori e delle sale operatorie, costituiscono un reale progresso nella diagnosi e cura delle malattie cardiache”.

L’Area Cardiovascolare del Policlinico A. Gemelli rappresenta sempre più un polo di riferimento per numerosi pazienti provenienti da tutta l’Italia e i dati relativi all’attività svolta durante l’anno 2016 dimostrano questa eccellenza con oltre 250 interventi di chirurgia valvolare eseguiti con successo.


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