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Passa anche dalle 1.200 farmacie private e pubbliche della Toscana la campagna contro l’antibiotico-resistenza che la Regione ha lanciato dal 18 novembre scorso, in concomitanza con la Giornata mondiale degli antibiotici.

La partecipazione avverrà in due fasi: da sabato le farmacie espongono un’infografica realizzata dall’Agenzia regionale di sanità (Ars), che richiama medico, farmacista e cittadino ad alcuni comportamenti “smart” per un uso appropriato degli antibiotici. Al farmacista, in particolare, la locandina ricorda di dispensare questo tipo di farmaci soltanto in presenza di una ricetta, verificare che il paziente sappia come e per quanto assumerli e infine notificare le reazioni avverse.

La seconda fase della campagna, invece, si protrarrà dal 28 al 30 novembre, quando gli assistiti che si presenteranno in farmacia con una prescrizione per antibiotici (bianca o rossa) verranno sottoposti a un breve questionario di tre domande: età, se sanno quando assumere il farmaco e infine se conoscono per quanto si protrae la terapia. Le risposte, registrate e inviate all’Ars, forniranno dati e casistica per uno studio sull’appropriatezza nell’impiego degli antibiotici.

«Si tratta di una campagna ben organizzata e significativa» è il commento del presidente di Federfarma Toscana, Marco Nocentini Mungai (foto) «le farmacie parteciperanno con il massimo impegno».


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Eccesso di prescrizione, pazienti che non finiscono la terapia prescritta, uso eccessivo negli allevamenti, scarso controllo delle infezioni negli ospedali, mancanza di igiene e di nuovi antibiotici in sviluppo: sono queste le cause che portano allo sviluppo di batteri resistenti agli antibiotici.

A ricordarlo è l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), in occasione della Settimana mondiale di informazione sugli antibiotici (World Antibiotic Awareness Week), che si svolge dal 14 al 20 novembre. La campagna mondiale ha come slogan “Antibiotics: Handle With Care” (Antibiotici: maneggiare con cura!), per sottolineare quanto questi farmaci siano una risorsa preziosa da utilizzare per il trattamento delle infezioni batteriche solo quando prescritti da un medico o, nel caso di salute animale, da un veterinario. In Europa ci sarà un focus particolare il 18 novembre, con la Giornata europea degli antibiotici organizzata dall’European Centre for Disease Prevention and Control (Ecdc) per sensibilizzare sulla minaccia rappresentata dalla resistenza agli antibiotici, nonché sull’uso prudente degli antibiotici stessi.

Nel Vecchio Continente 1/6 della popolazione non sa che gli antibiotici perdono efficacia se maneggiati in modo improprio

ANSA


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Pubblicati dall’Organizzazione internazionale nuovi dati sul consumo degli antibiotici. “Occorre diminuire l’uso inadeguato. Un trattamento su un paziente infettato da batteri resistenti può costare fino a 40 mila dollari”. In media nei Paesi Ocse si consumano 20,5 dosi di antibiotico per 1.000 abitanti. In Italia sono 27,8.

“L’antibiotico resistenza pone un onere significativo sui sistemi sanitari e bilanci nazionali. Gli ospedali spendono, in media, tra i 10.000 e i 40.000 dollari per il trattamento di un paziente infettato da batteri resistenti. I costi sociali possono essere alti come i costi sanitari, a causa della perdita di produttività e di reddito. È tutto ciò è preoccupante perché stiamo andando verso una ‘era post-antibiotica’, dove le infezioni comuni possono diventare, ancora una volta, fatali”. A rinnovare l’allarme è l’Ocse che ha pubblicato un nuovo report sul tema con i dati aggiornati al 2014.

Negli ultimi 10 anni il consumo è cresciuto in media nei Paesi Ocse del 4%, arrivando fino alla media di 20,5 dosi ogni 1.000 abitanti. Il Paese che ne consuma di più è la Turchia (41 dosi ogni 1.000 abitanti), seguita dalla Grecia (34), Corea (31,7), Francia (29), Belgio (28,4) e Italia (27,8). Lo stato che ne consuma di meno è invece il Cile (9,4 dosi) e i Paesi Bassi (10,6). Da notare come in Italia negli ultimi 10 anni l’uso degli antibiotici sia cresciuto del 6%.

Antibiotico resistenza in crescita.
In generale l’aumento dell’uso degli antibiotici che si sta registrando influenza anche l’andamento dei livelli di resistenza agli antibiotici che è cresciuta in media del 5% attestandosi nei Paesi al 15%. Un fenomeno globale, se è vero che tra il 2005 e il 2014 la prevalenza di antibiotico resistenza è aumentata in 23 paesi su 26 mappati.
E in questa graduatoria l’Italia è il terzo paese con la più alta percentuale di antibiotico resistenza (33-34% nel 2014, raddopiata dal 2005 quando era al 16-17%). Peggio di noi solo Paesi come la Grecia e la Turchia che come abbiamo visto hanno consumi ancora più elevati dei nostri.
 

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